L’omaggio a Papa Roncalli a 50 anni dalla morte e a pochi mesi dalla santificazione
Nel cinquantesimo anniversario della morte del Beato Papa Giovanni XXIII (3 giugno 1963) e in vista della recente canonizzazione annunciata per il 27 aprile 2014, il Teatro Officina apre la nuova stagione teatrale il 4 ottobre 2013 con Il suo nome era Giovanni. Storia di un Papa nato e morto povero. In prima assoluta, con un testo composto da Roberto Carusi riunendo insieme scritti dello stesso Angelo Roncalli, per la regia di Antonio Grazioli, lo spettacolo rende omaggio al Papa modello di santità, come lo ha definito Papa Francesco, che esortò il mondo intero a cercare ciò che unisce e non ciò che divide. Per questa prima nazionale è stata scelta una data dal forte valore simbolico: il 4 ottobre 2013, giornata di San Francesco, in cui il tema della povertà diventa ponte lanciato fra Giovanni XXIII e Papa Francesco.
Vocabor Joannes: mi chiamerò Giovanni, annuncia Angelo Roncalli eletto a sorpresa Papa nel 1958. Giovanni: come suo padre contadino, come il Santo Patrono di Sotto il Monte, il paese natio fatto di umili case mai rinnegato, come il Battista, come l’Apostolo.
Quattro attori, due uomini e due donne, interpretano simultaneamente Giovanni e ne raccontano la vita: la nascita da povera famiglia contadina, la chiamata, la Guerra, l’esperienza ecumenica durata ben 27 anni (in Bulgaria prima e a Istanbul poi). Un pontificato breve che cambierà per sempre la storia: il Concilio, le due encicliche, e la morte.
Giovanni è vento improvviso del deserto che soffia e dà nuovo inizio al mondo. Niente sarà più come prima: per la prima volta nel discorso d’inaugurazione il Papa non si rivolgerà ai diplomatici e ai Capi di Stato, ma alle coscienze; per la prima volta verrà nominato un Vescovo africano; per la prima volta il Papa vuole collaboratori e non esecutori; per la prima volta va negli ospedali per bambini; dopo 80 anni entra in un carcere – Regina Coeli – dove, per la prima volta, risuonano le parole di un Papa pronunciate con la semplicità di uomo che parla al cuore di altri uomini: «Ecco: sono venuto, mi avete veduto. Ho messo i miei occhi nei vostri occhi, il mio cuore vicino al vostro cuore».
Info: www.teatroofficina.it