Essere cancellati dall'anagrafe della propria città è più facile di quanto�si creda. E si rischia di�finire in una spirale da cui può essere difficile uscire.
Ettore SUTTI
Redazione
La residenza, secondo le leggi italiane, è dove la persona ha la dimora abituale. Il domicilio invece è nel luogo in cui ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. Eventuali controlli possono stabilire che la dimora abituale non sia quella dichiarata come residenza, bensì dove si vive più o meno stabilmente. Questi aggiornamenti sono fatti in occasione del censimento nazionale ogni 10 anni, o quando ne ricorrano le condizioni. Se una persona si divide fra due “dimore” è comunque difficile stabilire quale sia l’abituale, per cui resta valido quanto l’interessato dichiara.
La residenza anagrafica è un requisito fondamentale per tutti, non solo per i senza dimora. Se la si perde, si entra in una spirale da cui è difficile uscire. Senza residenza non si può lavorare, non si può aprire una partita Iva, non si ha diritto all’assistenza del servizio sanitario (fatta eccezione per le prestazioni di pronto soccorso), non si può accedere ai servizi territoriali, non si può partecipare a bandi per ottenere una casa, non si può votare.
Si perde la residenza in varie maniere. Se si esce dallo stato di famiglia, l’anagrafe cancella il nome dalle liste: è uno dei casi più frequenti, sono moltissime le persone che finiscono in strada in seguito a una separazione. Può capitare anche lasciando una casa dove si era in affitto: quando arrivano i nuovi affittuari e viene fatta la comunicazione, i vecchi inquilini vengono cancellati dalle liste anagrafiche. Inoltre può capitare che un comune faccia un censimento: se non si risulta più dove si aveva la residenza, si viene cancellati dalle liste anagrafiche. Spesso le persone, non avvertibili perché non se ne conosce il nuovo domicilio, non sanno di aver perso la residenza. Se si perde la residenza bisogna recarsi all’anagrafe della città dove si vive, e fornire un domicilio verificabile dai vigili. La residenza anagrafica, per l’importanza capitale che ha per ogni individuo, può essere concessa anche presso una roulotte o in una grotta. Nel caso di coloro che vivono in strada
e che, spostandosi spesso, non hanno domicilio, si può chiedere la residenza in una via inesistente. Secondo la legge, ogni città deve dotarsi di una via fittizia, dove poter fissare la residenza a tutti quelli che vivono in città. La residenza, secondo le leggi italiane, è dove la persona ha la dimora abituale. Il domicilio invece è nel luogo in cui ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. Eventuali controlli possono stabilire che la dimora abituale non sia quella dichiarata come residenza, bensì dove si vive più o meno stabilmente. Questi aggiornamenti sono fatti in occasione del censimento nazionale ogni 10 anni, o quando ne ricorrano le condizioni. Se una persona si divide fra due “dimore” è comunque difficile stabilire quale sia l’abituale, per cui resta valido quanto l’interessato dichiara.La residenza anagrafica è un requisito fondamentale per tutti, non solo per i senza dimora. Se la si perde, si entra in una spirale da cui è difficile uscire. Senza residenza non si può lavorare, non si può aprire una partita Iva, non si ha diritto all’assistenza del servizio sanitario (fatta eccezione per le prestazioni di pronto soccorso), non si può accedere ai servizi territoriali, non si può partecipare a bandi per ottenere una casa, non si può votare.Si perde la residenza in varie maniere. Se si esce dallo stato di famiglia, l’anagrafe cancella il nome dalle liste: è uno dei casi più frequenti, sono moltissime le persone che finiscono in strada in seguito a una separazione. Può capitare anche lasciando una casa dove si era in affitto: quando arrivano i nuovi affittuari e viene fatta la comunicazione, i vecchi inquilini vengono cancellati dalle liste anagrafiche. Inoltre può capitare che un comune faccia un censimento: se non si risulta più dove si aveva la residenza, si viene cancellati dalle liste anagrafiche. Spesso le persone, non avvertibili perché non se ne conosce il nuovo domicilio, non sanno di aver perso la residenza. Se si perde la residenza bisogna recarsi all’anagrafe della città dove si vive, e fornire un domicilio verificabile dai vigili. La residenza anagrafica, per l’importanza capitale che ha per ogni individuo, può essere concessa anche presso una roulotte o in una grotta. Nel caso di coloro che vivono in stradae che, spostandosi spesso, non hanno domicilio, si può chiedere la residenza in una via inesistente. Secondo la legge, ogni città deve dotarsi di una via fittizia, dove poter fissare la residenza a tutti quelli che vivono in città.