In base ai dati dell'Ismu i clandestini erano 650 mila nel 2008, 300 mila in più in un anno. Maggiore la percentuale tra chi proviene da Taiwan (87,4%), Georgia (73,5%), Bangladesh (52,3%). Per l'Ue 570 mila irregolari in Italia, 8 mila in Europa

Carlo ROSSI
Redazione

In Italia, secondo la Fondazione Ismu, all’inizio del 2008 gli stranieri irregolari erano 650 mila: uno ogni cinque stranieri presenti sul territorio. Sono 300 mila in più rispetto agli inizi del 2007, nonostante il doppio decreto flussi del 2006 abbia regolarizzato circa 500 mila irregolari. Le maggiori incidenze si registrano tra gli immigrati provenienti da Taiwan (87,4%), Georgia (73,5%), Bangladesh (52,3%). La maggior parte risiede a Crotone (38,9%), Nuoro (35,5%) e Siracusa (34,4%); in coda Bolzano (6,8%), Rieti (9,7%), Viterbo (10,1%) e Pistoia (10,4%). Tra le province che ospitano le grandi aree metropolitane, quella con il tasso più alto è Napoli (31,7%), seguita da Catania (28,7%). Milano, con un valore del 18,2%, si colloca attorno alla media nazionale.
La Commissione Ue, invece, stima che siano presenti in Italia 570 mila irregolari: la “forchetta” è di 200-800 mila migranti presenti in Italia irregolarmente, con una percentuale attendibile intorno all’1% della popolazione, contro il 2,5% della Grecia e l’1,2% di Regno Unito e Germania. Per l’Italia il numero d’irregolari fermati nel corso del 2007 è stato di 54 mila, inferiore ai 92.029 del 2006, agli 83.809 del 2005 e ai 61.025 del 2004. Nel 2004 l’Italia era il primo Paese per irregolari fermati, mentre nel 2007 è stata superata dalla Grecia (112.364), dalla Spagna (72.559) e dalla Francia (69.879). Nell’Ue sarebbero circa 8 milioni. Per i respingimenti alla frontiera nel 2007 Bruxelles ne registra 644.989 in Spagna, 32.188 in Polonia, 26.593 in Francia, 11.697 in Germania, 11.198 in Ungheria, 11.497 in Slovenia, 9.753 in Romania e 9.394 in Italia. Italia indietro anche per l’efficacia delle politiche di rimpatrio, con il 29% di espulsioni realizzate sugli ordini di espulsione, a fronte di una media Ue del 46%. In Italia, secondo la Fondazione Ismu, all’inizio del 2008 gli stranieri irregolari erano 650 mila: uno ogni cinque stranieri presenti sul territorio. Sono 300 mila in più rispetto agli inizi del 2007, nonostante il doppio decreto flussi del 2006 abbia regolarizzato circa 500 mila irregolari. Le maggiori incidenze si registrano tra gli immigrati provenienti da Taiwan (87,4%), Georgia (73,5%), Bangladesh (52,3%). La maggior parte risiede a Crotone (38,9%), Nuoro (35,5%) e Siracusa (34,4%); in coda Bolzano (6,8%), Rieti (9,7%), Viterbo (10,1%) e Pistoia (10,4%). Tra le province che ospitano le grandi aree metropolitane, quella con il tasso più alto è Napoli (31,7%), seguita da Catania (28,7%). Milano, con un valore del 18,2%, si colloca attorno alla media nazionale.La Commissione Ue, invece, stima che siano presenti in Italia 570 mila irregolari: la “forchetta” è di 200-800 mila migranti presenti in Italia irregolarmente, con una percentuale attendibile intorno all’1% della popolazione, contro il 2,5% della Grecia e l’1,2% di Regno Unito e Germania. Per l’Italia il numero d’irregolari fermati nel corso del 2007 è stato di 54 mila, inferiore ai 92.029 del 2006, agli 83.809 del 2005 e ai 61.025 del 2004. Nel 2004 l’Italia era il primo Paese per irregolari fermati, mentre nel 2007 è stata superata dalla Grecia (112.364), dalla Spagna (72.559) e dalla Francia (69.879). Nell’Ue sarebbero circa 8 milioni. Per i respingimenti alla frontiera nel 2007 Bruxelles ne registra 644.989 in Spagna, 32.188 in Polonia, 26.593 in Francia, 11.697 in Germania, 11.198 in Ungheria, 11.497 in Slovenia, 9.753 in Romania e 9.394 in Italia. Italia indietro anche per l’efficacia delle politiche di rimpatrio, con il 29% di espulsioni realizzate sugli ordini di espulsione, a fronte di una media Ue del 46%.

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