Presentata al Senato la 46� Settimana Sociale
Redazione
Il documento preparatorio dell’ormai imminente Settimana Sociale è stato presentato ai politici. E la sfida sistemica è stata sintetizzata efficacemente dal padrone di casa, il presidente del Senato, Renato Schifani: «Saper costruire unità attraverso l’assunzione di un grado più alto di responsabilità».
La politica, non solo in Italia, è in crisi: basta guardare alle percentuali decrescenti del consenso al presidente americano Obama, che avrebbe dovuto rappresentare la svolta. Eppure alla crisi della politica non si risponde con la cosiddetta antipolitica. Si risponde con il realismo e la concretezza, si risponde venendo incontro alle attese dei cittadini. Si risponde offrendo orizzonti e traguardi di bene, di benessere e di bene comune.
Per questo la Settimana Sociale di Reggio Calabria, dal 14 al 17 ottobre, lavorerà per un’“Agenda”, «per richiamare concretezza di obiettivi e aderenza alla realtà», come ha ricordato il presidente del Comitato, il vescovo Arrigo Miglio, citando il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Tra i temi dell’“Agenda” spicca «la famiglia, verso la quale manca una politica specifica. Come pure il lavoro, parte strutturale della vita delle persone, e in particolare dei giovani». Ci sono responsabilità cui far fronte. Non si possono tollerare aumento delle diseguaglianze e dei privilegi: «L’Italia ha bisogno e voglia di crescere», e ne ha le risorse. Ma tutto sembra vischioso e bloccato e le ricette liberiste giustamente usurate.
All’incontro hanno partecipato come relatori esponenti di maggioranza e di opposizione, Quagliariello, Rutelli, Casini, Bersani. Si è vista un’apprezzabile convergenza sui fondamentali. E in effetti, se si depura (anche) il dibattito politico dalle impotenti retoriche, non si può non convergere: i margini sono molto ridotti e spesso le scelte obbligate. Qui spicca allora il ruolo dei cattolici: non è questione di partito e di partiti, quanto di struttura, di tessuto. Schifani ha citato, oltre a Sturzo, una bella frase di Guido Gonella, protagonista, forse poco conosciuto, del periodo costituente democristiano: il «programma cristiano» rappresenta il «perenne rinnovamento della vita sociale per far coincidere le forze morali con le forze vitali della società».
È un punto di vista di straordinaria attualità, alla luce di due indirizzi strategici, della Chiesa in Italia, sull’educazione, e del pontificato di Benedetto XVI, per la “nuova evangelizzazione” in Occidente e dell’Occidente. È anche la strada di rilancio della politica, che non ha bisogno di moralismo a buon mercato, ma di quella vera forma di moralità che appunto diventa impegno concreto d’azione. Ecco, allora, il ruolo dei cattolici nella vita politica: «Far coincidere le forze morali con le forze vitali della società», per aprire orizzonti. Ci sono l’impegno educativo e la scommessa sui giovani: formare e mettere alla prova i ventenni. È il nuovo tempo dell’investimento e del bene comune, che parte e arriva alle persone concrete. Il documento preparatorio dell’ormai imminente Settimana Sociale è stato presentato ai politici. E la sfida sistemica è stata sintetizzata efficacemente dal padrone di casa, il presidente del Senato, Renato Schifani: «Saper costruire unità attraverso l’assunzione di un grado più alto di responsabilità».La politica, non solo in Italia, è in crisi: basta guardare alle percentuali decrescenti del consenso al presidente americano Obama, che avrebbe dovuto rappresentare la svolta. Eppure alla crisi della politica non si risponde con la cosiddetta antipolitica. Si risponde con il realismo e la concretezza, si risponde venendo incontro alle attese dei cittadini. Si risponde offrendo orizzonti e traguardi di bene, di benessere e di bene comune.Per questo la Settimana Sociale di Reggio Calabria, dal 14 al 17 ottobre, lavorerà per un’“Agenda”, «per richiamare concretezza di obiettivi e aderenza alla realtà», come ha ricordato il presidente del Comitato, il vescovo Arrigo Miglio, citando il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Tra i temi dell’“Agenda” spicca «la famiglia, verso la quale manca una politica specifica. Come pure il lavoro, parte strutturale della vita delle persone, e in particolare dei giovani». Ci sono responsabilità cui far fronte. Non si possono tollerare aumento delle diseguaglianze e dei privilegi: «L’Italia ha bisogno e voglia di crescere», e ne ha le risorse. Ma tutto sembra vischioso e bloccato e le ricette liberiste giustamente usurate.All’incontro hanno partecipato come relatori esponenti di maggioranza e di opposizione, Quagliariello, Rutelli, Casini, Bersani. Si è vista un’apprezzabile convergenza sui fondamentali. E in effetti, se si depura (anche) il dibattito politico dalle impotenti retoriche, non si può non convergere: i margini sono molto ridotti e spesso le scelte obbligate. Qui spicca allora il ruolo dei cattolici: non è questione di partito e di partiti, quanto di struttura, di tessuto. Schifani ha citato, oltre a Sturzo, una bella frase di Guido Gonella, protagonista, forse poco conosciuto, del periodo costituente democristiano: il «programma cristiano» rappresenta il «perenne rinnovamento della vita sociale per far coincidere le forze morali con le forze vitali della società».È un punto di vista di straordinaria attualità, alla luce di due indirizzi strategici, della Chiesa in Italia, sull’educazione, e del pontificato di Benedetto XVI, per la “nuova evangelizzazione” in Occidente e dell’Occidente. È anche la strada di rilancio della politica, che non ha bisogno di moralismo a buon mercato, ma di quella vera forma di moralità che appunto diventa impegno concreto d’azione. Ecco, allora, il ruolo dei cattolici nella vita politica: «Far coincidere le forze morali con le forze vitali della società», per aprire orizzonti. Ci sono l’impegno educativo e la scommessa sui giovani: formare e mettere alla prova i ventenni. È il nuovo tempo dell’investimento e del bene comune, che parte e arriva alle persone concrete.