Si è aperta oggi a Reggio Calabria la 46esima Settimana Sociale dei cattolici alla quale partecipa anche il cardinale Dionigi Tettamanzi con la delegazione ambrosiana guidata da mons. Erminio De Scalzi
di Davide MILANI
Redazione
Integrazione per gli immigrati, crisi economica, precarietà giovanile, formazione dei politici di domani, esigenze della famiglia. Sono tanti i temi risuonati familiari alla delegazione ambrosiana accompagnata dal cardinale Dionigi Tettamanzi e guidata dal capo delegazione monsignor Erminio De Scalzi che a Reggio Calabria hanno partecipato alla giornata inaugurale della 46esima edizione della Settimana Sociale dei cattolici italiani. Temi che a Milano sono sfide aperte, che in alcuni casi si presentano in anticipo rispetto alla situazione italiana.
Tra le necessità più citate per comporre l’Agenda di speranza per il Paese c’è sicuramente la necessità di concedere il doveroso protagonismo a giovani preparati in politica. Le parole di papa Benedetto XVI sono state accolte con orgoglio e come ulteriore mandato a proseguire con impegno il proprio percorso di formazione dei giovani milanesi presenti a Reggio Calabria in rappresentanza degli oltre 300 iscritti alla scuola di formazione politica “Date a Cesare”. A loro, a tutti i convegnisti e al Paese intero il Pontefice ha rinnovato l’appello «affinché sorga una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell’attività politica senza complessi d’inferiorità».
Una “presenza”, questa, che secondo il Papa «non s’improvvisa», ma «rimane l’obiettivo a cui deve tendere un cammino». Tutto ciò, attraverso «un cammino di formazione intellettuale e morale che, partendo dalle grandi verità intorno a Dio, all’uomo e al mondo, offra criteri di giudizio e principi etici per interpretare il bene di tutti e di ciascuno. L’impegno socio-politico, con le risorse spirituali e le attitudini che richiede, rimane una vocazione alta, a cui la Chiesa invita a rispondere con umiltà e determinazione», ha spiegato Benedetto XVI.
Guardando a Milano – e a tante città italiane – alle numerose questioni aperte in ambito sociale (immigrazione, rom, anziani, forme di esclusione sociale…) sono risultate preziose le parole del presidente della Conferenza episcopale italiana cardinale Angelo Bagnasco: «Il Vangelo non solo genera solidarietà ma ha anche qualcosa di proprio e di originale da dire per interpretare la storia e costruire una città più umana. Ogni forma di fragilità chiede alla società intera di essere presa in carica per sostenere in ogni modo il debole e l’incapace».
Indicazioni impegnative, che sono ben più di un monito per i cattolici impegnati direttamente in politica e nelle amministrazioni e per tutti i cristiani chiamati a conoscere, giudicare e agire in ambito pubblico.
«Aspettarsi che i cattolici si limitino al servizio della carità perché questa è un fronte che raccoglie consensi e facili intese, chiedendo invece l’afasia convinta o tattica su altri versanti ritenuti divisivi e quindi inopportuni, significherebbe tradire il Vangelo e quindi Dio e l’uomo», ha aggiunto Bagnasco.
Una solidarietà che trova la sua forza propulsiva nella sussidiarietà e che – in quanto tale – ha bisogno di nuovi e urgenti riconoscimenti nei territori che compongono il Paese e in modo particolare a Milano. Chiara la posizione del presidente Cei: «È l’ora di una nuova cultura della solidarietà tra società civile e Stato: se ogni soggetto, singoli, gruppi, istituzioni, fa la sua parte pensando non tanto a quanto devono fare gli altri ma a ciò che spetta a lui, si rinnoverà una prassi virtuosa che non significa scaricare responsabilità». «La solidarietà deve avvenire a tutti i livelli» per raggiungere il bene armonico di tutti.
La riflessione della giornata inaugurale di Reggio Calabria ha toccato in più occasioni il tema della famiglia offrendo spunti particolarmente interessanti per la Chiesa ambrosiana in cammino verso l’Incontro mondiale che organizzerà nel 2012. Scrive Benedetto XVI nel suo messaggio inviato alla “Settimana”: «Occorre riconoscere e sostenere con forza e fattivamente l’insostituibile funzione sociale della famiglia, cuore della vita affettiva e relazionale, luogo che aiuto, cura, solidarietà, capacità di trasmissione del patrimonio valoriale alle nuove generazioni. È perciò necessario che tutti i soggetti istituzionali e sociali si impegnino nell’assicurare alla famiglia efficaci misure di sostegno, dotandola di risorse adeguate e permettendo una giusta conciliazione con i tempi del lavoro».
Il tema del lavoro che manca e della crisi economica che si protrae con i suoi effetti destabilizzanti è all’ordine del giorno nel Paese ed è una prova onerosa per il capoluogo lombardo, le sue istituzioni e la Chiesa ambrosiana, attivamente impegnata su questo fronte in particolare con il Fondo Famiglia Lavoro. Una crisi che sta avendo ricadute addirittura più gravi di quelle meramente economiche. L’indicazione del Papa è risuonata chiara a Reggio Calabria: «La conseguenza più evidente della recente crisi finanziaria globale sta nel propagarsi della disoccupazione e della precarietà, che spesso impedisce ai giovani, specialmente nelle aree del Mezzogiorno, di radicarsi nel proprio territorio, quali protagonisti dello sviluppo». «Per tutti tali difficoltà costituiscono un ostacolo sul cammino della realizzazione dei propri ideali di vita, favorendo la tentazione del ripiegamento e del disorientamento».
Tra i temi che animeranno le giornate della “Settimana” anche la realtà dell’immigrazione, percepita in Italia e a Milano più nei sui aspetti problematici e faticosi che nella ricchezza che essa porta.
Secondo il Papa occorre superare la fase della «emergenza» e passare ad una «seconda fase, che individui, nel pieno rispetto della legalità, i termini dell’integrazione». «Ai nostri giorni il fenomeno ha assunto proporzioni imponenti: superata la fase dell’emergenza, nella quale la Chiesa si è spesa con generosità per la prima accoglienza, è necessario passare a una seconda fase, che individui, nel pieno rispetto della legalità, i termini dell’integrazione». Integrazione per gli immigrati, crisi economica, precarietà giovanile, formazione dei politici di domani, esigenze della famiglia. Sono tanti i temi risuonati familiari alla delegazione ambrosiana accompagnata dal cardinale Dionigi Tettamanzi e guidata dal capo delegazione monsignor Erminio De Scalzi che a Reggio Calabria hanno partecipato alla giornata inaugurale della 46esima edizione della Settimana Sociale dei cattolici italiani. Temi che a Milano sono sfide aperte, che in alcuni casi si presentano in anticipo rispetto alla situazione italiana.Tra le necessità più citate per comporre l’Agenda di speranza per il Paese c’è sicuramente la necessità di concedere il doveroso protagonismo a giovani preparati in politica. Le parole di papa Benedetto XVI sono state accolte con orgoglio e come ulteriore mandato a proseguire con impegno il proprio percorso di formazione dei giovani milanesi presenti a Reggio Calabria in rappresentanza degli oltre 300 iscritti alla scuola di formazione politica “Date a Cesare”. A loro, a tutti i convegnisti e al Paese intero il Pontefice ha rinnovato l’appello «affinché sorga una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell’attività politica senza complessi d’inferiorità».Una “presenza”, questa, che secondo il Papa «non s’improvvisa», ma «rimane l’obiettivo a cui deve tendere un cammino». Tutto ciò, attraverso «un cammino di formazione intellettuale e morale che, partendo dalle grandi verità intorno a Dio, all’uomo e al mondo, offra criteri di giudizio e principi etici per interpretare il bene di tutti e di ciascuno. L’impegno socio-politico, con le risorse spirituali e le attitudini che richiede, rimane una vocazione alta, a cui la Chiesa invita a rispondere con umiltà e determinazione», ha spiegato Benedetto XVI.Guardando a Milano – e a tante città italiane – alle numerose questioni aperte in ambito sociale (immigrazione, rom, anziani, forme di esclusione sociale…) sono risultate preziose le parole del presidente della Conferenza episcopale italiana cardinale Angelo Bagnasco: «Il Vangelo non solo genera solidarietà ma ha anche qualcosa di proprio e di originale da dire per interpretare la storia e costruire una città più umana. Ogni forma di fragilità chiede alla società intera di essere presa in carica per sostenere in ogni modo il debole e l’incapace».Indicazioni impegnative, che sono ben più di un monito per i cattolici impegnati direttamente in politica e nelle amministrazioni e per tutti i cristiani chiamati a conoscere, giudicare e agire in ambito pubblico.«Aspettarsi che i cattolici si limitino al servizio della carità perché questa è un fronte che raccoglie consensi e facili intese, chiedendo invece l’afasia convinta o tattica su altri versanti ritenuti divisivi e quindi inopportuni, significherebbe tradire il Vangelo e quindi Dio e l’uomo», ha aggiunto Bagnasco.Una solidarietà che trova la sua forza propulsiva nella sussidiarietà e che – in quanto tale – ha bisogno di nuovi e urgenti riconoscimenti nei territori che compongono il Paese e in modo particolare a Milano. Chiara la posizione del presidente Cei: «È l’ora di una nuova cultura della solidarietà tra società civile e Stato: se ogni soggetto, singoli, gruppi, istituzioni, fa la sua parte pensando non tanto a quanto devono fare gli altri ma a ciò che spetta a lui, si rinnoverà una prassi virtuosa che non significa scaricare responsabilità». «La solidarietà deve avvenire a tutti i livelli» per raggiungere il bene armonico di tutti.La riflessione della giornata inaugurale di Reggio Calabria ha toccato in più occasioni il tema della famiglia offrendo spunti particolarmente interessanti per la Chiesa ambrosiana in cammino verso l’Incontro mondiale che organizzerà nel 2012. Scrive Benedetto XVI nel suo messaggio inviato alla “Settimana”: «Occorre riconoscere e sostenere con forza e fattivamente l’insostituibile funzione sociale della famiglia, cuore della vita affettiva e relazionale, luogo che aiuto, cura, solidarietà, capacità di trasmissione del patrimonio valoriale alle nuove generazioni. È perciò necessario che tutti i soggetti istituzionali e sociali si impegnino nell’assicurare alla famiglia efficaci misure di sostegno, dotandola di risorse adeguate e permettendo una giusta conciliazione con i tempi del lavoro».Il tema del lavoro che manca e della crisi economica che si protrae con i suoi effetti destabilizzanti è all’ordine del giorno nel Paese ed è una prova onerosa per il capoluogo lombardo, le sue istituzioni e la Chiesa ambrosiana, attivamente impegnata su questo fronte in particolare con il Fondo Famiglia Lavoro. Una crisi che sta avendo ricadute addirittura più gravi di quelle meramente economiche. L’indicazione del Papa è risuonata chiara a Reggio Calabria: «La conseguenza più evidente della recente crisi finanziaria globale sta nel propagarsi della disoccupazione e della precarietà, che spesso impedisce ai giovani, specialmente nelle aree del Mezzogiorno, di radicarsi nel proprio territorio, quali protagonisti dello sviluppo». «Per tutti tali difficoltà costituiscono un ostacolo sul cammino della realizzazione dei propri ideali di vita, favorendo la tentazione del ripiegamento e del disorientamento».Tra i temi che animeranno le giornate della “Settimana” anche la realtà dell’immigrazione, percepita in Italia e a Milano più nei sui aspetti problematici e faticosi che nella ricchezza che essa porta.Secondo il Papa occorre superare la fase della «emergenza» e passare ad una «seconda fase, che individui, nel pieno rispetto della legalità, i termini dell’integrazione». «Ai nostri giorni il fenomeno ha assunto proporzioni imponenti: superata la fase dell’emergenza, nella quale la Chiesa si è spesa con generosità per la prima accoglienza, è necessario passare a una seconda fase, che individui, nel pieno rispetto della legalità, i termini dell’integrazione». – – Don Eros Monti: «Ora il cammino deve proseguire con tutti» –