Un'iniziativa promossa dalla Pastorale giovanile e dalla Caritas Ambrosiana a partire dal 18 ottobre
Redazione
30/09/2008
di Luisa BOVE
Sono sempre di più le sostanze o i comportamenti sbagliati che, se abusati, portano alla dipendenza. A volte le vittime neppure se ne accorgono, ma la loro vita viene stravolta. «Un problema che sta attraversando tutto il mondo giovanile – dice Laura Rancilio, responsabile aree Aids e dipendenze della Caritas Ambrosiana – e che non si limita all’uso di droga, ma comprende l’alcol, internet, i videogames, il gioco d’azzardo…».
Per questo la Pastorale giovanile e la Caritas organizzano, a partire dal 18 ottobre e per 4 sabati consecutivi, un laboratorio su usi e abusi di sostanze e tecnologie. L’iniziativa è aperta a tutti i giovani, in particolare a coloro che incontrano i ragazzi in oratorio, nei centri di aggregazione e a scuola.
«L’idea è di lavorare in particolare con gli educatori di preadolescenti e adolescenti per dare loro gli strumenti necessari perché propongano percorsi di prevenzione in oratorio», dice Rancilio. Il laboratorio è rivolto quindi agli educatori che a volte telefonano in Caritas perché non sanno cosa fare: «Ci chiamano quando i ragazzini iniziano a “spinellarsi” o sono coinvolti in piccole attività di spaccio».
Le abitudini negli ultimi anni sono molto cambiate. Una volta esistevano i consumatori di una sola sostanza: eroinomani, cocainomani, alcolisti, e per ognuno di loro esisteva uno stereotipo chiaro dal punto di vista sociale e culturale. «Oggi invece c’è un uso molto trasversale delle sostanze e ciò che accomuna tutti i consumatori è il meccanismo con cui diventano dipendenti e non la sostanza».
Il titolo del laboratorio “Sulla cresta dell’onda” significa proprio questo: passare da una sostanza all’altra rimanendo in equilibrio sulla tavola illudendosi di non cadere mai. Ma la realtà è ben diversa. Spesso i ragazzi che fanno uso di sostanze non hanno compiuto una scelta consapevole, ma si sono adeguati al gruppo.
Il mercato propone e il giovane, disponibile a provare tutto, acquista, consuma e mescola senza tanti problemi. «I giovani non pensano di cadere nella dipendenza – ammette Rancilio – e in molti casi credono che sia solo un’idea dei genitori o degli adulti il fatto che alcune sostanze facciano male. Hanno in mente esempi di vip, manager, modelle che utilizzano sostanze e stanno bene». Èdifficile quindi sradicare l’idea che una volta “dentro” non è facile uscirne.
Per parlare ai giovani che parteciperanno al laboratorio, gli esperti scelti da Caritas e Pastorale giovanile utilizzeranno linguaggi diversi: letture, video, musiche e visite guidate in luoghi significativi (iscrizioni aperte fino al 15 ottobre: tel. 02.58391330 oppure giovani@diocesi.milano.it).
Tutte le statistiche mondiali, nazionali e locali confermano che oggi si consuma sempre prima e sempre di più, anche perché è molto facile procurarsi droghe, alcol o sostanze più o meno lecite. «In questi anni abbiamo fatto diversi interventi nelle scuole e quando chiedevamo ai ragazzi se sapevano dove e come procurarsi sostanze o altro rispondevano che con una discreta facilità sarebbero riusciti a trovare tutto». Oggi i “prodotti” sul mercato sono tanti, ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche. I giovani considerano “normale” consumare sostanze, «un piccolo aiuto per affrontare la vita di tutti i giorni».
Ridurre il consumo sembra davvero un’impresa impossibile, eppure «in Italia avremmo anche una legge che vieta di vendere alcolici ai minori, ma non è quasi mai applicata. L’anno scorso c’è stato un “giro di vite” ribadendo a tutti gli esercizi pubblici che non dovevano vendere la birra ai 16enni, ma se un ragazzo va in pizzeria e i genitori gli ordinano la birra nessun esercente risponde: “Non posso vendergliela”».