Redazione

L’8 marzo i volontari del progetto “La ragazza di Benin City” si mobilitano contro la tratta degli esseri umani. Alle 22 saranno sulla “Binaschina”, all’incrocio tra Vigentina e Binaschina nel Comune di Siziano (Mi) per incontrare le prostitute coatte che li operano. Consegneranno a ogni donna una mimosa. La parola tratta, sottolineano, «nasconde un significato terribile e infame: schiavitù». «Oggi non è più simboleggiata da ceppi e catene – proseguono -. Le nuove forme di schiavitù sono legate alle guerre, alle pulizie etniche, alla fame, alla povertà assoluta che una parte del mondo impone all’altro. Le nuove schiavitù sono legate alla produzione coatta di oggetti destinati al consumo nei Paesi ricchi, alla rapacità senza scrupoli del profitto, ai vizi e agli egoismi degli abitanti dell’Occidente opulento. Donne e bambini sono le prime vittime, le più deboli e le più indifese». Persone indifese nelle mani di «criminali senza scrupoli» che «si muovono impunemente sui continenti facendo scempio di vite e di coscienze».

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