I dati del quarto Rapporto su infanzia e adolescenza in Italia: povertà, abbandono degli studi, sfruttamenti e abusi sessuali le principali piaghe da combattere


Redazione

04/06/2008

a cura di M. Michela NICOLAIS

Il 24% dei minori italiani è esposto a rischio di povertà. Sono circa 900 mila i giovani che abbandonano prematuramente gli studi. Permangono fenomeni di sfruttamento e abuso, quali lavoro minorile, prostituzione e pedo-pornografia on line. C’è una tendenza a utilizzare la detenzione preventiva per i minori, in particolare per quelli stranieri, e a non rispettare le misure di protezione previste per quelli che vengono ascoltati in un processo.

Sono alcuni dati che emergono dal quarto Rapporto su “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia”, dossier sulla condizione dei minori nel nostro Paese e sul grado di rispetto della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Crc). Il Rapporto è stato redatto dal Gruppo Crc (Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), composto da 73 organizzazioni e associazioni e coordinato da Save the Children Italia.

Il dossier identifica, tra le sue raccomandazioni, «l’adozione di un Piano nazionale infanzia, la non più rinviabile istituzione di un Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, politiche e risorse espressamente destinate alla tutela dei minori, soprattutto a quelli che vivono in situazioni d’indigenza, sfruttamento, sottoposti a varie forme di violenza o discriminazione, come i minori stranieri o quelli che fanno parte di minoranze».

In Italia non esiste un Piano nazionale per l’infanzia, nonostante le sollecitazioni del Comitato Onu e contrariamente a quanto previsto dalla normativa che ne stabilisce l’adozione ogni due anni. L’ultimo risale al biennio 2002-2004. «Si auspica che il nuovo governo, approvi al più presto un nuovo Piano, prevedendo idonee risorse per la sua attuazione», afferma Arianna Saulini, coordinatrice del Gruppo Crc.

I bambini e gli adolescenti residenti in Italia al’1 gennaio 2007 erano 10.089.141, di cui 666.393 di origine straniera. La maggioranza è di sesso maschile ed è residente nel Nord Italia. «Troppi di loro, ancora oggi, vivono privati in tutto o in parte di diritti fondamentali, come quello a una vita dignitosa, all’istruzione, al gioco, alla salute», continua Saulini, secondo la quale sono inoltre «preoccupanti la disuguaglianza e la disomogeneità geografica nella tutela dei diritti tra le varie aree del nostro Paese».

I minori più a rischio sembrano essere quelli che vivono in famiglie con entrambi i coniugi lavoratori, ma i cui bassi livelli di reddito non riescono ad essere una garanzia di benessere. Tra le famiglie monoreddito, l’esposizione a rischio di povertà per i figli è del 30%, mentre avere due genitori che lavorano riduce il rischio al 7%, con poche differenze se uno dei due è un lavoratore part-time. La quota di famiglie povere nel Mezzogiorno, infine, è cinque volte quella del resto del Paese.

La pedo-pornografia on line continua a essere un fenomeno in continua espansione, nonostante l’acquisita consapevolezza e l’impegno per il contrasto delle istituzioni e delle forze di polizia, sia a livello nazionale che internazionale. La prostituzione minorile straniera femminile coinvolge minori provenienti soprattutto dalla Romania, dall’Albania, dalla Moldova e dalla Nigeria, molte delle quali sono vittime di tratta. Comprovata da tempo è l’esistenza della prostituzione minorile straniera maschile.

Altro dato che viene evidenziato nel Rapporto è l’eccessivo ricorso alla detenzione cautelare in carcere: su 393 minori presenti negli Istituti penali minorili a giugno 2007, 341 erano detenuti in misura cautelare e 52 in espiazione pena.

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