Prima di passare al Pime, padre Tentorio aveva frequentato per due anni il Seminario diocesano di Saronno. Don Maurizio Rolla, amico e compagno di studi, parla di lui…
Luisa BOVE
Della morte di padre Fausto Tentorio, missionario del Pime ucciso questa mattina ad Arakan nelle Filippine, ha saputo subito anche don Maurizio Rolla, oggi responsabile della Comunità pastorale “Crocifisso Risorto” di Saronno, e suo amico dagli anni Settanta. Erano infatti compagni di Seminario insieme a mons. Gianni Zappa, Moderator Curiae; mons. Luigi Testore, presidente della Caritas Ambrosiana e mons. Giuseppe Scotti, Segretario aggiunto Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali.
«È rimasto con noi fino alla seconda Teologia», racconta don Rolla, «e dopo il biennio di studi a Saronno è passato al Pime. Era un tipo semplice, molto radicale nel vivere la sua vita sia umana che di fede, un esempio straordinario e attaccato alle cose che contano».
«Era anche molto riservato e schivo, però determinato nella sua fede e nell’essere vicino ai poveri, agli ultimi e a quelli che erano considerati i devastati della terra. È un luminoso esempio: un grande uomo e un grande prete. Una persona limpida, trasparente, dallo sguardo del piccolo del Vangelo».
«Padre Fausto non tornava a casa spesso, perché voleva vivere e stare là», spiega don Rolla. «L’ultima volta che è tornato, due o tre anni fa, sono andato a trovarlo a Santa Maria Hoè ed era ancora un uomo semplice… Tutta la nostra classe lo ricorda sempre con grande stima. Anche in Seminario faceva sempre dei servizi molto semplici, ma con vivacità. Non possiamo che dire bene di padre Fausto, anche nella vita, non solo nella morte».