È stata presentata nei giorni scorsi a Roma la sesta edizione del vademecum realizzato dall'agenzia giornalistica Redattore Sociale


Redazione

«Un sussidio a cui ricorrere ogni qual volta si affrontano in cronaca o in commenti i temi riguardanti la problematica sociale. Si ha così la certezza di non dover citare a memoria o peggio ancora di riferire secondo sensazioni o sentito dire». Don Vinicio Albanesi ha descritto così la nuova edizione (2010) della “Guida per l’informazione sociale”, realizzata dall’agenzia giornalistica quotidiana Redattore Sociale, di cui don Albanesi è presidente, e presentata nei giorni scorsi a Roma.
624 pagine; 13 macroaree (Carcere – Infanzia e adolescenza – Famiglia – Anziani – Lavoro – Salute – Emarginazione e povertà – Disabilità fisica e mentale – Droghe e dipendenze – Criminalità, giustizia e sicurezza – Economia e finanza etica – Volontariato e terzo settore – Immigrazione); 158 tabelle statistiche; 1.156 siti web; 336 segnalazioni bibliografiche; decine di box di approfondimento; migliaia di dati, notizie e riferimenti sui temi oggi al centro dei fenomeni delle marginalità e delle politiche per il welfare in Italia. Questi i numeri del volume, che contiene anche una ricerca esclusiva sulla criminalità degli immigrati realizzata per Redattore Sociale dal Dossier Caritas-Migrantes, che smonta con dati e comparazioni inattaccabili molte delle più diffuse convinzioni sull’argomento.
Già, perché, «la Guida è un potente richiamo alla realtà dei fatti – ha aggiunto Walter Dondi di Fondazione Unipolis, che ha contribuito alla realizzazione del libro -. Il volume testimonia che l’Italia non è quella che ci viene proposta dalla maggior parte dei mezzi d’informazione ma è fatta, per esempio, anche da tante associazioni che andrebbero sostenute, ma che invece non riescono ad ottenere neanche i contributi derivanti dal 5 per 1.000».
Ecco allora alcuni spunti per guardare la realtà sotto nuovi punti di vista. Per esempio scorrendo la guida si scopre che è il carcere la vera comunità per i tossicodipendenti: ve ne sono molti di più che in tutte le strutture di recupero italiane. Ma il carcere, sempre più sovraffollato, è anche uno spaccato di tutta la società: vi sono donne, vecchi, bambini piccoli, e anche più 500 disabili. E la famiglia come sta? E i ragazzi? Non tanto bene: oltre 2,5 milioni di nuclei familiari hanno serie difficoltà economiche e sono sempre più indebitati; la percentuale di minori che vivono in famiglie povere è pari a quella della Romania; sono ancora 50 mila all’anno gli alunni che fuggono dai banchi di scuola.
E se volessimo invece parlare di lavoro? Luci e ombre: calano pian piano gli infortuni, aumenta la disoccupazione e il precariato. Gli immigrati? Crescono più del previsto: ormai sono 4 milioni e mezzo. E accanto alle iniziative più fantasiose per “arginarli”, si moltiplicano quelle per l’integrazione: inevitabili, dato che siamo già alla terza generazione e che scuola e produzione sono ormai “multicurali”.
E come la mettiamo con il problema della sicurezza? In realtà il tasso di criminalità degli immigrati regolari è quasi uguale a quello degli stranieri, anzi è addirittura maggiore per gli autoctoni nelle fasce di età oltre i 40 anni. Semmai c’è un problema di irregolarità, più o meno tollerata perché in molti casi funzionale (come per le badanti, regolarizzate a metà): eppure più di 2 milioni di immigrati ormai inseriti sono stati irregolari…
La Guida è uno strumento utile per «curare il disturbo bipolare del nostro sistema d’informazione, che alterna momenti di distrazione a momenti di ossessione sulle questioni sociali – ha detto Marino Sinibaldi, direttore di RadioTre, durante la presentazione del volume – Le 13 macroaree della Guida sono regolarmente marginali e irregolarmente centrali, con delle fiammate di attenzione che non fanno che riprodurre la distrazione successiva. La quotidianità di Redattore Sociale è un antidoto a questo disturbo; questo volume indica la possibilità di un’altra cultura della comunicazione. Il metodo è quello della non rimozione: non si rimuove nulla nessun dato, nessun linguaggio. L’effetto è il recupero della dimensione spaziale e temprale, il ridimensionamento, la profondità». «Un sussidio a cui ricorrere ogni qual volta si affrontano in cronaca o in commenti i temi riguardanti la problematica sociale. Si ha così la certezza di non dover citare a memoria o peggio ancora di riferire secondo sensazioni o sentito dire». Don Vinicio Albanesi ha descritto così la nuova edizione (2010) della “Guida per l’informazione sociale”, realizzata dall’agenzia giornalistica quotidiana Redattore Sociale, di cui don Albanesi è presidente, e presentata nei giorni scorsi a Roma.624 pagine; 13 macroaree (Carcere – Infanzia e adolescenza – Famiglia – Anziani – Lavoro – Salute – Emarginazione e povertà – Disabilità fisica e mentale – Droghe e dipendenze – Criminalità, giustizia e sicurezza – Economia e finanza etica – Volontariato e terzo settore – Immigrazione); 158 tabelle statistiche; 1.156 siti web; 336 segnalazioni bibliografiche; decine di box di approfondimento; migliaia di dati, notizie e riferimenti sui temi oggi al centro dei fenomeni delle marginalità e delle politiche per il welfare in Italia. Questi i numeri del volume, che contiene anche una ricerca esclusiva sulla criminalità degli immigrati realizzata per Redattore Sociale dal Dossier Caritas-Migrantes, che smonta con dati e comparazioni inattaccabili molte delle più diffuse convinzioni sull’argomento.Già, perché, «la Guida è un potente richiamo alla realtà dei fatti – ha aggiunto Walter Dondi di Fondazione Unipolis, che ha contribuito alla realizzazione del libro -. Il volume testimonia che l’Italia non è quella che ci viene proposta dalla maggior parte dei mezzi d’informazione ma è fatta, per esempio, anche da tante associazioni che andrebbero sostenute, ma che invece non riescono ad ottenere neanche i contributi derivanti dal 5 per 1.000».Ecco allora alcuni spunti per guardare la realtà sotto nuovi punti di vista. Per esempio scorrendo la guida si scopre che è il carcere la vera comunità per i tossicodipendenti: ve ne sono molti di più che in tutte le strutture di recupero italiane. Ma il carcere, sempre più sovraffollato, è anche uno spaccato di tutta la società: vi sono donne, vecchi, bambini piccoli, e anche più 500 disabili. E la famiglia come sta? E i ragazzi? Non tanto bene: oltre 2,5 milioni di nuclei familiari hanno serie difficoltà economiche e sono sempre più indebitati; la percentuale di minori che vivono in famiglie povere è pari a quella della Romania; sono ancora 50 mila all’anno gli alunni che fuggono dai banchi di scuola.E se volessimo invece parlare di lavoro? Luci e ombre: calano pian piano gli infortuni, aumenta la disoccupazione e il precariato. Gli immigrati? Crescono più del previsto: ormai sono 4 milioni e mezzo. E accanto alle iniziative più fantasiose per “arginarli”, si moltiplicano quelle per l’integrazione: inevitabili, dato che siamo già alla terza generazione e che scuola e produzione sono ormai “multicurali”.E come la mettiamo con il problema della sicurezza? In realtà il tasso di criminalità degli immigrati regolari è quasi uguale a quello degli stranieri, anzi è addirittura maggiore per gli autoctoni nelle fasce di età oltre i 40 anni. Semmai c’è un problema di irregolarità, più o meno tollerata perché in molti casi funzionale (come per le badanti, regolarizzate a metà): eppure più di 2 milioni di immigrati ormai inseriti sono stati irregolari…La Guida è uno strumento utile per «curare il disturbo bipolare del nostro sistema d’informazione, che alterna momenti di distrazione a momenti di ossessione sulle questioni sociali – ha detto Marino Sinibaldi, direttore di RadioTre, durante la presentazione del volume – Le 13 macroaree della Guida sono regolarmente marginali e irregolarmente centrali, con delle fiammate di attenzione che non fanno che riprodurre la distrazione successiva. La quotidianità di Redattore Sociale è un antidoto a questo disturbo; questo volume indica la possibilità di un’altra cultura della comunicazione. Il metodo è quello della non rimozione: non si rimuove nulla nessun dato, nessun linguaggio. L’effetto è il recupero della dimensione spaziale e temprale, il ridimensionamento, la profondità».

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