La televisione pubblica vince per 126 serate contro una (andata in onda su La7). Ma le audiodescrizioni sono previste dal Contratto di servizio tra il sistema radiotelevisivo italiano e lo Stato. Per l'Unione ciechi «troppi telefilm»
Michela TRIGARI
Redazione
Film o fiction per non vedenti: bene la Rai, male le tv commerciali. La televisione pubblica vince per 126 serate contro un solo programma (Moonshot: l’uomo sulla Luna), andato in onda lunedì 20 luglio su La7. Ma se la tv di Stato non può esimersi da questo obbligo, essendovi tenuta per contratto, per la Uic (Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti) ci sono «troppi telefilm».
Lo conferma anche il palinsesto delle audiodescrizioni che si trova sul sito del Segretariato sociale Rai. Nonostante il primo semestre 2009 abbia battuto lo stesso periodo dell’anno precedente con uno scarto di 42 serate di programmazione in più, nel primo semestre di quest’anno la Rai ha trasmesso infatti 6 film o fiction per la tv e 17 telefilm o mini-serie a puntate (complessivamente 120 episodi), per un totale di 126 serate audiodescritte, contro 14 film o fiction per la tv e 13 telefilm o mini-serie a puntate (complessivamente 70 episodi) per un totale di 84 serate del primo semestre 2008.
Le audiodescrizioni sono previste dal Contratto di servizio tra il sistema radiotelevisivo italiano e il ministero delle Comunicazioni. Secondo l’articolo 8 del contratto di servizio 2007-2009, dedicato alla programmazione per le persone disabili, «la Rai è tenuta a favorire l’accesso alla propria offerta multimediale alle persone con disabilità sensoriali o cognitive anche tramite specifiche programmazioni audiodescritte e trasmissioni in modalità telesoftware per le persone non vedenti». Quest’ultimo servizio, che si trova alle pagine 781, 782 e 783 del Televideo Rai, pubblica anche informazioni e comunicati in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti (pagina 790).
La programmazione di Moonshot: l’uomo sulla Luna, primo e unico sceneggiato audiodescritto andato in onda su una tv commerciale, è stata invece resa possibile grazie alla collaborazione tra La7 e il Roma Fiction Fest, che nell’ultima edizione ha accolto la proposta di due associazioni non profit – Consequenze e Blindsight Project – di rendere il festival accessibile anche alle persone con disabilità sensoriali. «La7 è stata la sola tv a dimostrarsi sensibile al tema – dice Stefano Pierpaoli, presidente di Consequenze . Mi aspettavo più interesse anche da parte delle associazioni e delle stesse persone non vedenti».
Se le tv commerciali sono latitanti in fatto di audiodescrizioni, la Uic non è soddisfatta nemmeno della Rai. Tanto che il presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, Tommaso Daniele, ha scritto al direttore delle Relazioni istituzionali Stefano Luppi per lamentarsi del servizio offerto dal sistema radioteleviso pubblico: «Quest’anno, e soprattutto dall’ultimo trimestre in poi, i generi che ci vengono riservati sono unicamente telefilm seriali di scarso interesse o repliche di recenti programmazioni. Senza contare il ridottissimo numero di serate previste nel palinsesto, benché il contratto di servizio abbia sempre sancito un aumento annuale delle ore dedicate alle persone con disabilità sensoriali». Daniele propone quindi che la programmazione Rai preveda «almeno un film alla settimana, oltre alle miniserie e alle fiction di successo», auspica «una maggiore intesa tra le reti e il Segretariato sociale Rai» e ricorda «la precarietà di ricezione del segnale radio Am». Film o fiction per non vedenti: bene la Rai, male le tv commerciali. La televisione pubblica vince per 126 serate contro un solo programma (Moonshot: l’uomo sulla Luna), andato in onda lunedì 20 luglio su La7. Ma se la tv di Stato non può esimersi da questo obbligo, essendovi tenuta per contratto, per la Uic (Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti) ci sono «troppi telefilm».Lo conferma anche il palinsesto delle audiodescrizioni che si trova sul sito del Segretariato sociale Rai. Nonostante il primo semestre 2009 abbia battuto lo stesso periodo dell’anno precedente con uno scarto di 42 serate di programmazione in più, nel primo semestre di quest’anno la Rai ha trasmesso infatti 6 film o fiction per la tv e 17 telefilm o mini-serie a puntate (complessivamente 120 episodi), per un totale di 126 serate audiodescritte, contro 14 film o fiction per la tv e 13 telefilm o mini-serie a puntate (complessivamente 70 episodi) per un totale di 84 serate del primo semestre 2008.Le audiodescrizioni sono previste dal Contratto di servizio tra il sistema radiotelevisivo italiano e il ministero delle Comunicazioni. Secondo l’articolo 8 del contratto di servizio 2007-2009, dedicato alla programmazione per le persone disabili, «la Rai è tenuta a favorire l’accesso alla propria offerta multimediale alle persone con disabilità sensoriali o cognitive anche tramite specifiche programmazioni audiodescritte e trasmissioni in modalità telesoftware per le persone non vedenti». Quest’ultimo servizio, che si trova alle pagine 781, 782 e 783 del Televideo Rai, pubblica anche informazioni e comunicati in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti (pagina 790).La programmazione di Moonshot: l’uomo sulla Luna, primo e unico sceneggiato audiodescritto andato in onda su una tv commerciale, è stata invece resa possibile grazie alla collaborazione tra La7 e il Roma Fiction Fest, che nell’ultima edizione ha accolto la proposta di due associazioni non profit – Consequenze e Blindsight Project – di rendere il festival accessibile anche alle persone con disabilità sensoriali. «La7 è stata la sola tv a dimostrarsi sensibile al tema – dice Stefano Pierpaoli, presidente di Consequenze . Mi aspettavo più interesse anche da parte delle associazioni e delle stesse persone non vedenti».Se le tv commerciali sono latitanti in fatto di audiodescrizioni, la Uic non è soddisfatta nemmeno della Rai. Tanto che il presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, Tommaso Daniele, ha scritto al direttore delle Relazioni istituzionali Stefano Luppi per lamentarsi del servizio offerto dal sistema radioteleviso pubblico: «Quest’anno, e soprattutto dall’ultimo trimestre in poi, i generi che ci vengono riservati sono unicamente telefilm seriali di scarso interesse o repliche di recenti programmazioni. Senza contare il ridottissimo numero di serate previste nel palinsesto, benché il contratto di servizio abbia sempre sancito un aumento annuale delle ore dedicate alle persone con disabilità sensoriali». Daniele propone quindi che la programmazione Rai preveda «almeno un film alla settimana, oltre alle miniserie e alle fiction di successo», auspica «una maggiore intesa tra le reti e il Segretariato sociale Rai» e ricorda «la precarietà di ricezione del segnale radio Am».