Padre Francesco Occhetta: attenzione ai mondi vitali dei giovani. Francesco Zanotti: il quotidiano preme
a cura di Patrizia CAIFFA
«Il futuro dei settimanali cattolici consiste nel fare rete con radio e televisioni sul territorio, con una presenza sui social network e il cartaceo su internet. Tre le sfide: qualità, formazione e innovazione, per coinvolgere soprattutto i giovani». È il parere di padre Francesco Occhetta, della rivista Civiltà Cattolica e consulente ecclesiastico dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), intervenuto a Roma all’incontro del Consiglio nazionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), che ha messo a tema il recente messaggio del Papa sulle comunicazioni sociali, centrato anche sulla presenza della Chiesa sui social network.
Un futuro sempre più social
«Il settimanale cartaceo – precisa – deve riflettere sulle informazioni, ma altri devono essere i promotori delle notizie da sviluppare poi sul cartaceo». Il problema della scarsità di pubblicità, a suo avviso si risolve «facendo assestare le scosse telluriche ancora in corso: la pubblicità sta sottraendo denaro al cartaceo, lo sta redistribuendo in internet, ma non nella stessa quantità. Gli investitori, che sono essi stessi in crisi, stanno verificando ora se sono credibili in internet». Padre Occhetta ricorda che gli investitori oggi «chiedono sempre di più che si venda il pacchetto “pubblicità”, che comprende il cartaceo, il web, i social media, le applicazioni e a volte anche l’investimento culturale, per esempio dibattiti su temi di loro interesse». «Se i settimanali cattolici non si innovano, se non investono in qualità e formazione delle redazioni – ha avvertito padre Occhetta – rischiano di servire un pubblico che taglia fuori i giovani. Siamo noi a dover trovare delle forme per andare loro incontro. Dobbiamo parlare dei loro mondi vitali: musica, sport, affettività, moda, scuola». «Bisogna cambiare il modo di comunicare – conclude -, dare parole di speranza, essere attenti ai poveri e a chi non ha voce e curare sempre la formazione, leggendo i problemi della gente con la prospettiva antropologica cristiana».
La sfida è il “quotidiano” on line
«Come settimanali cattolici oggi non possiamo più prescindere da quello che la rete ci propone e ci impone. Non possiamo non confrontarci con questo nuovo ambiente frequentato soprattutto dai giovani, pur sapendo che viviamo un momento molto difficile». Lo dice Francesco Zanotti, presidente della Federazione nazionale settimanali cattolici, al termine del Consiglio nazionale Fisc. «In questi ultimi anni – osserva Zanotti, tracciando al Sir un bilancio dell’incontro – abbiamo avuto a che fare con l’aumento improvviso e imprevisto delle tariffe postali, poi con il taglio dei contributi, ora con la concorrenza spietata della rete». Zanotti concorda sul fatto di dover «ripensare il nostro modo di essere giornalisti, con la convinzione di avere un messaggio di speranza da portare». Certo, ammette, «non abbiamo ancora una risposta, dobbiamo capire come farla emergere nel mare magnum della rete. Dobbiamo essere tanto bravi e lungimiranti come lo furono i nostri fondatori, che misero insieme le nostre conoscenze ed esperienze perché la Fisc fosse utile a tutti. È l’inizio di un cammino che vuole guardare al futuro». «Oggi la prima sfida – ribadisce – è il quotidiano on line, che può essere una grossa opportunità per i nostri giornali settimanali o periodici. Può voler dire anticipare anche tanti quotidiani che ci fanno concorrenza sui territori. Il problema sono le risorse: c’è crisi dei contributi, della tiratura, della pubblicità. Dobbiamo farvi fronte vendendo il “pacchetto” tutto compreso, una via nuova da sperimentare. Certo sulla rete non si può stare fermi». Su 187 settimanali cattolici oltre la metà sono on line, però con modalità diverse.