A Milano, nel nuovo spazio espositivo "Crocevia", una selezione di sculture a tema religioso di uno dei protagonisti dell'arte italiana del Novecento.
Redazione
Tra coloro che hanno fatto grande la scultura italiana del Novecento, Messina è oggi un artista ingiustamente dimenticato. «Credimi – gli diceva l’amico Lucio Fontana – non è più il tempo per una scultura come la tua. Viviamo nell’era atomica e domani, o fra qualche anno, il mondo può scomparire. E tu credi ancora alla posterità. Sei proprio matto». Eppure Francesco Messina, così poco incline alle mode, caparbiamente ancorato a un’arte capace di sfidare il tempo, appare oggi, in un momento in cui è forte il bisogno di valori più saldi e profondi, scultore di estrema attualità.Fino al 16 gennaio nella mostra Francesco Messina. Opere sacre, a cura di Elena Pontiggia e Giovanni Gazzaneo, presso lo Spazio Crocevia a Milano, quindici sculture e un nucleo importante di disegni fanno luce sull’ispirazione religiosa dell’artista, rimasta costante per tutta la carriera (basti pensare che alla sua prima Biennale del 1922 presentò un Cristo morto). Tra coloro che hanno fatto grande la scultura italiana del Novecento, Messina è oggi un artista ingiustamente dimenticato. «Credimi – gli diceva l’amico Lucio Fontana – non è più il tempo per una scultura come la tua. Viviamo nell’era atomica e domani, o fra qualche anno, il mondo può scomparire. E tu credi ancora alla posterità. Sei proprio matto». Eppure Francesco Messina, così poco incline alle mode, caparbiamente ancorato a un’arte capace di sfidare il tempo, appare oggi, in un momento in cui è forte il bisogno di valori più saldi e profondi, scultore di estrema attualità.Fino al 16 gennaio nella mostra Francesco Messina. Opere sacre, a cura di Elena Pontiggia e Giovanni Gazzaneo, presso lo Spazio Crocevia a Milano, quindici sculture e un nucleo importante di disegni fanno luce sull’ispirazione religiosa dell’artista, rimasta costante per tutta la carriera (basti pensare che alla sua prima Biennale del 1922 presentò un Cristo morto). Una vita artistica svoltasi tra l’altro per la quasi totalità proprio a Milano, dove Messina giunse nel 1932 e dove morì nel 1995 (era nato nel 1900 a Linguaglossa, in Sicilia). La mostra dà conto, nel differenziarsi di linguaggi e soggetti, dell’instancabile ricerca di una scintilla della bellezza divina nell’uomo. L’umanesimo religioso di Messina appare declinato così nelle diverse raffigurazioni dei Progenitori (in mostra anche il Pianto di Adamo del 1929), nei bozzetti per il Monumento di Pio XII e per quello a Santa Caterina da Siena, in quel capolavoro della ritrattistica che è l’immagine del cardinale Schuster, in cui la gracilità fisica si fa controparte di una granitica saldezza morale e spirituale. Come scrive Elena Pontiggia nel testo in catalogo (disponibile in mostra) “L’invenzione iconografica dell’artista non nasce solo da una ricerca stilistica o da un’esigenza formale, ma dal desiderio di esprimere con più concretezza l’umanità del tema sacro. In fondo si potrebbero rivolgere a Messina le parole che lui stesso in una sua poesia indirizzava a Delos: “Nei tuoi marmi palpita il cuore”. Questa mostra inaugura il nuovo spazio espositivo “Crocevia – Fondazione Alfredo e Teresita Paglione”: un progetto dedicato alla conoscenza e alla valorizzazione della sfera del sacro nelle arti contemporanee. La Fondazione è intitolata al collezionista Alfredo Paglione e sua moglie Teresita Olivares, violoncellista colombiana, scomparsa nel gennaio 2008. FRANCESCO MESSINA. OPERE SACRE Spazio Crocevia Milano, via Appiani 1 A cura di Giovanni Gazzaneo e Elena Pontiggia Fino al 16 gennaio 2010 Orario 16-19, festivi chiuso, sabato su appuntamento (tel. 366 8047434 / 338 9507356)