In questi ultimi decenni, almeno nel contesto occidentale, nulla ha lunga vita. Anche per le scelte di vita un tempo ritenute irrevocabili, perché legate alla fede - consacrazione religiosa, sacerdozio, matrimonio come sacramento -, si assiste al loro sbriciolarsi nelle età più diverse e per le circostanze più varie. L'analisi e le domande di suor Carla Corbella.
Silvio MENGOTTO
Redazione
E’ possibile vivere una scelta di fedeltà nella propria vita, oppure è diventata una difficile chimera? Questa domanda attraversa tutte le pagine del libro «Resistere o andarsene?» nel quale si propone una riflessione non solo teologia e psicologica, ma anche antropologica del tema della fedeltà nelle scelte di vita. E’ il primo libro scritto da Carla Corbella delle Suore ausiliatrici del Purgatorio, nata a Como, laureata in teologia morale all’Accademia Alfonsiana di Roma. Oggi insegna a Torino in alcuni master universitari e al collegio Sociale della Compagnia di Gesù. E’ possibile vivere una scelta di fedeltà nella propria vita, oppure è diventata una difficile chimera? Questa domanda attraversa tutte le pagine del libro «Resistere o andarsene?» nel quale si propone una riflessione non solo teologia e psicologica, ma anche antropologica del tema della fedeltà nelle scelte di vita. E’ il primo libro scritto da Carla Corbella delle Suore ausiliatrici del Purgatorio, nata a Como, laureata in teologia morale all’Accademia Alfonsiana di Roma. Oggi insegna a Torino in alcuni master universitari e al collegio Sociale della Compagnia di Gesù. Scelte di vita Nel suo noviziato torinese, che risale nel 1996, l’autrice viene a contatto con un vasto e variegato pubblico giovanile. In quella frequentazione quotidiana registra un crescente aumento di abbandoni, sia a livello di scelta di vita matrimoniale, sia a livello di scelta di vita religiosa. Un fenomeno già emergente nella prima esperienza pastorale a Como. Tra le sue amicizie sono diverse le persone che hanno intrapreso la via dell’abbandono, del distacco, dai rispettivi cammini matrimoniali o sacerdotali. Una realtà che ha portato Carla Corbella a riflettere e scrivere. In modo provocatorio, credo propositivo, si domanda se tale scelta di fedeltà, o del definitivo, sia possibile oppure non lo sia. «Anche per le scelte di vita un tempo ritenute irrevocabili, perché legate alla fede – consacrazione religiosa, sacerdozio, matrimonio come sacramento -, si assiste al loro sbriciolarsi nelle età più diverse e per le circostanze più varie. Ciò sta portando alcuni, anche all’interno del mondo cattolico, a teorizzare l’impossibilità, oggi, di una fedeltà per sempre». Forse, si interroga, questa fedeltà: « è una richiesta d’altri tempi e non si incontra con l’identità di oggi perche non è solida, ma fluida e mutevole?». La logica dell’usa e getta Non è un caso che nella cultura occidentale, nulla ha lunga vita, tutto viene assorbito nella logica mercantile dell’usa e getta quale conseguenza del delirio consumistico non del necessario, ma del superfluo. C’è la convinzione diffusa che se una persona rimane fedele è perché brava e buona, sa resistere sino al martirio. Se un’altra persona non riesce nel cammino della fedeltà la si giudica di carattere fragile, svogliato e mutevole. Questa interpretazione non convince l’autrice. Per questo propone una pista di riflessione diversa. Si tratta di: «cogliere se il valore della fedeltà è intrinseco all’identità umana oppure no. L’identità umana, per essere tale nella sua maturità, può implicare il valore della fedeltà? Oppure è qualcosa che viene confezionato dall’esterno? E dentro a questa prospettiva la fede ha da dire qualche cosa? Caratteristica di questo libro è che al dato biblico si arriva solo al termine, non lo si pone come condizione di partenza. Siccome Dio è fedele, anche gli uomini devono esserlo. Mi sembra che una presa di posizione del genere possa parlare solo ad una minoranza e che non consenta la possibilità di riflessione. Se la prospettiva di vita è cristiana non si può non arrivare alla fedeltà. Di fatto, per un tratto anche breve, ci si arriva per un’altra strada che è condivisibile anche da chi non ha questo substrato di fede». Un cammino di domande Il libro non formula certezze o risposte perché, lo esprime anche nel titolo interrogativo, è un cammino fatto di domande, riflessioni, ragionamenti che invitano il lettore a cercare in sé la risposta. Il volume si colloca in questo dibattito formulando «la domanda se la fedeltà sia necessariamente connessa con il crescere e svilupparsi dell’identità personale oppure sia una forzatura esterna. Nella ricerca di una risposta mette in dialogo le ragioni della teologia con le acquisizioni della psicologia del profondo». Tutti i capitoli hanno come peculiarità un discorso iniziale e finale che permette una loro autonoma lettura. Un libro adatto per corsi di formazione e per fidanzati. Carla CorbellaResistere o andarsene?Teologia e psicologia di fronte alla fedeltà nelle scelte di vitaEdit. EDB(pp. 190, Euro 16.90)