Il regno dei cieli è simile a un po’ di lievito che una donna ha preso e nascosto in tre misure di farina. (Mt 13, 33). Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. (Gv 3,16)
Consacrazione
Quella dei membri degli Istituti Secolari è quindi una forma di consacrazione nella quale la professione dei consigli evangelici radicalizza la consacrazione battesimale per una esigenza di amore a Dio e ai fratelli, suscitata dallo Spirito Santo ed è vissuta in mezzo alle realtà temporali “per immettervi la forza dei consigli evangelici” (Paolo VI). Infatti, essi, “vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo soprattutto operando all’interno di esso” (CDC can. 710).
Secolarità
“La vostra condizione esistenziale e sociologica diventa vostra realtà teologica; è la vostra via per realizzare e testimoniare la salvezza. Secolarità indica la vostra inserzione nel mondo. Essa però non significa soltanto una posizione, una funzione, che coincide col vivere nel mondo esercitando un mestiere, una professione ‘secolare’. Deve significare innanzitutto presa di coscienza di essere nel mondo come luogo a voi proprio di responsabilità cristiana.” (Paolo VI: Discorso ai Responsabili generali degli Istituti secolari, 20 settembre 1972)
“A voi non è chiesto di istituire particolari forme di vita, di impegno apostolico, di interventi sociali, se non quelli che possono nascere nelle relazioni personali, fonti di ricchezza profetica. Come il lievito che fa fermentare tutta la farina (cfr Mt 13, 33), così sia la vostra vita, a volte silenziosa e nascosta, ma sempre propositiva e incoraggiante, capace di generare speranza. Il luogo del vostro apostolato è perciò tutto l’umano, non solo dentro la comunità cristiana dove la relazione si sostanzia di ascolto della Parola e di vita sacramentale, da cui attingete per sostenere l’identità battesimale dico il luogo del vostro apostolato è tutto l’umano, sia dentro la comunità cristiana, sia nella comunità civile dove la relazione si attua nella ricerca del bene comune, nel dialogo con tutti, chiamati a testimoniare quell’antropologia cristiana che costituisce proposta di senso in una società disorientata e confusa dal clima multiculturale e multireligioso che la connota. ( Benedetto XVI ai Partecipanti alla Conferenza Mondiale degli Istituti Secolari, 3 febbraio 2007).
“… si individuano i caratteri della missione secolare: la testimonianza delle virtù umane, quali “la giustizia, la pace, la gioia” (Rm 14,17), la “bella condotta di vita”, di cui parla Pietro nella sua Prima Lettera (cfr 2,12) echeggiando la parola del Maestro: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5,16). Fa inoltre parte della missione secolare l’impegno per la costruzione di una società che riconosca nei vari ambiti la dignità della persona e i valori irrinunciabili per la sua piena realizzazione: dalla politica all’economia, dall’educazione all’impegno per la salute pubblica, dalla gestione dei servizi alla ricerca scientifica. Ogni realtà propria e specifica vissuta dal cristiano, il proprio lavoro e i propri concreti interessi, pur conservando la loro relativa consistenza, trovano il loro fine ultimo nell’essere abbracciati dalla stesso scopo per cui il Figlio di Dio è entrato nel mondo. Sentitevi, pertanto, chiamati in causa da ogni dolore, da ogni ingiustizia, così come da ogni ricerca di verità, di bellezza e di bontà, non perché abbiate la soluzione di tutti i problemi, ma perché ogni circostanza in cui l’uomo vive e muore costituisce per voi l’occasione di testimoniare l’opera salvifica di Dio”. (Papa Benedetto XVI, incontro con gli Istituti secolari in occasione del 60° della Provida Mater)
“Secolarità” indica la presenza dei membri degli Istituti Secolari nel mondo, fra gli uomini del loro tempo, dei quali condividono condizioni, domande, professioni… Essi sono consapevoli di dover “cambiare il mondo dal di dentro” (Giovanni Paolo II) e, con l’aiuto dello Spirito santo, si sforzano di ordinare le cose temporali secondo il progetto di Dio in Cristo, perché tutto sia a lode e gloria della sua grazia. (Mariuccia Veronelli)