Salari troppo bassi e turni massacranti. Secondo i sindacati di categoria e le aziende sono più di 5 mila i posti vacanti a Milano, ma nessuno vuole lavorare sotto la Madonnina. Poche assunzioni, scarso riconoscimento sociale ed economico.
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Redazione Diocesi
Secondo i sindacati di categoria e le aziende sono più di 5 mila i posti vacanti a Milano, ma nessuno vuole lavorare sotto la Madonnina. Poche assunzioni, scarso riconoscimento sociale ed economico delle professioni, affitti alle stelle e carovita sempre più alto.
di Cristina Conti
Salari troppo bassi e turni massacranti. E’ allarme per infermieri, tranvieri e vigili del fuoco. Secondo i sindacati di categoria e le aziende sono più di 5 mila i posti vacanti a Milano, ma nessuno vuole lavorare sotto la Madonnina. Poche assunzioni, scarso riconoscimento sociale ed economico delle professioni, affitti alle stelle e carovita sempre più alto.
Atm, per esempio, deve rimpiazzare ogni anno circa 400 tranvieri. E il problema non può essere aggirato con l’assunzione di extracomunitari: lo vieta un decreto fascista.
C’è poi la questione casa. Secondo il sindacato degli infermieri i convitti possono essere una soluzione fino a quando non si decide di avere una famiglia, poi il capoluogo lombardo diventa troppo costoso. A tutto questo si aggiunge un lavoro sempre più spesso alla soglia dello sfruttamento. «Nelle sale operatorie i ritmi sono pesantissimi.
A volte capita di negare gli straordinari a infermieri che già hanno esagerato con il lavoro», spiega Giovanni Mutillo, presidente dell’Ordine. Così però anche la sicurezza rischia di essere compromessa. La possibilità di fare nuove assunzioni si scontra, infatti, anche con le esigenze di bilancio. Gli ospedali non hanno abbastanza fondi per aumentare gli stipendi ai già assunti o dare contratti più lunghi alle nuove leve.
Ma la lista delle categorie a rischio non si ferma qui. E a queste si aggiungono le lamentele dei pompieri. «Siamo in 900 su Milano e Provincia, ma sarebbe urgente l’assunzione di almeno 700 colleghi. E anche così resteremmo sotto agli standard Ue che prevedono un pompiere ogni mille abitanti», dice Massimo Berto della Rsu del comando di Milano.
Intanto alle Poste sono stati assunti giovani con contratti di inserimento, ma agli sportelli non è ancora cambiato nulla. «Qui servono 500-600 assunzioni in Lombardia, di cui 250-300 a Milano», stima Bruno Pietroni, responsabile delle Poste per la Cgil di Milano.
Ultimi, ma non meno indispensabili gli autisti dell’Amsa. L’azienda sta offrendo questo servizio su un territorio sempre più ampio, ma le assunzioni non arrivano. «Ci servirebbero da subito cento posti poi dobbiamo coprire le spese di chi ancora non ha la patente adatta», commentano i dirigenti dell’azienda.
D’altronde, confrontando gli stipendi di queste categorie, la situazione diventa subito chiara. Gli infermieri prendono 1.200 euro al mese, i pompieri 1.100, i tranvieri, 900, gli impiegati delle poste 1.050 e gli autisti dell’Amsa 1.600. Non abbastanza per vivere, mantenere un appartamento o pagare un mutuo e avere qualche figlio a Milano.