Giovedì 30 marzo, è morto a Milano, dopo una lunga malattia, lo storico Giorgio Rumi. Nato a Milano nel 1938, laureato in scienze politiche all'Università Cattolica, Rumi è stato una delle intelligenze più vive e feconde in Italia degli ultimi 30 anni.
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Redazione Diocesi
Giovedì 30 marzo, è morto a Milano, dopo una lunga malattia, lo storico Giorgio Rumi. Nato a Milano nel 1938, laureato in scienze politiche all’Università Cattolica, Giorgio Rumi è stato una delle intelligenze più vive e feconde in Italia degli ultimi trent’anni. La famiglia, per volontà dello stesso Rumi, ha comunicato la notizia del decesso solo dopo due giorni. Lo storico è stato tumulato, sabato 1 aprile, nella tomba di famiglia nella località dell’Alto Lario, dopo le esequie svoltesi nella parrocchia Santo Stefano di Dongo (Como) in forma strettamente privata.
di Enrica Lattanzi
«E’ stato testimone di un impegno civile di altissima valenza culturale e morale. Sposo e padre esemplare, ha saputo trasmettere ai figli virtù oggi nascoste, perché troppo impegnative, come la fedeltà e l’umiltà. La famiglia era il vertice delle sue attenzioni e delle sue sollecitudini, ovunque fosse».
Con queste parole, pronunciate dal parroco di Dongo don Angelo Pozzi durante il funerale, è stata tratteggiata la figura dello storico e studioso Giorgio Rumi «uomo semplice e di grandi valori».
«La nostra amicizia», ricorda don Pozzi, «ènata con naturalezza ed è stata vissuta con riservatezza, com’era nello stile del professor Rumi. Ciascuno porta in sé una ricchezza di umanità che gelosamente custodisce. Per Rumi erano dei messaggi silenziosi».
«Ho appreso con profondo dolore la scomparsa di Giorgio Rumi», ha scritto nel telegramma di condoglianze il card. Camillo Ruini, «a cui mi legava una profonda amicizia basata su valori comuni e condivisi».
«Era l’ago della bilancia tra passato e futuro», riflette il sindaco di Dongo, Virgilio Lillia. «Quando si voleva un parere storico al di sopra delle parti si chiamava lui. Ammirevole, inoltre, il suo impegno con i giovani. E’ stato un punto di riferimento per molti ragazzi che si sono accostati al mondo universitario: li spronava a fare, a studiare».
NOTE BIOGRAFICHE – Libero docente dal 1971, già professore di teoria e storia della storiografia e di storia contemporanea della facoltà di scienze politiche delle Università di Milano e di Bari, dal 1977 era ordinario di storia contemporanea nella facoltà di lettere e filosofia dell’Università statale di Milano. Ha pubblicato decine di opere sulla storia dell’Italia contemporanea, sulla storia della Lombardia e sulla posizione della Chiesa nelle relazioni internazionali. Già membro del Cnr (scienze filosofiche e filologiche), del Consiglio d’amministrazione dell’Università statale di Milano per 10 anni, dell’Irer (Istituto regionale delle ricerche della Lombardia), dell’Isap (Istituto per la scienza della pubblica amministrazione), del Teatro alla Scala. Era membro del Cda della Fondazione Balzan e della Fabbrica del Duomo di Milano. Era membro dell’Istituto Lombardo Accademia di scienze e lettere, dell’Accademia di San Carlo Borromeo presso la Biblioteca Ambrosiana e di svariate iniziative accademiche e culturali. Collaborava con il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore , Avvenire ed era editorialista de L’Osservatore Romano” oltre che condirettore di Liberal. Ha ottenuto riconoscimenti dai governi austriaco, francese, italiano, polacco, e dalla Santa Sede. Preside (per due turni) del Corso di laurea in storia dell’Università statale di Milano, era stato anche consigliere d’amministrazione della Rai. –