Redazione

Tante domande senza risposte precise, alle quali l’Apostolo Paolo, giunto ad Atene per portare la buona novella del Cristo, avrebbe voluto rifarsi, per dare una speranza nuova, una certezza consolante: "Io vengo ad annunciarvi quel Dio che voi adorate senza conoscerlo" (At 17,23), ma all’Areopago quasi tutti gli girarono le spalle: "ti ascolteremo un’altra volta…".

Si visita questo luogo interessante, sulla zona rocciosa dove risuonarono le parole di Paolo, riconoscendo che non fu vano quel suo tentativo: non solo perché, nonostante tutto, qualcuno credette, ma perché la partenza da Atene significò l’arrivo dell’apostolo a Corinto, per diffondere anche qui il Vangelo.
Sempre così la sua vita apostolica, segnata da difficoltà, spesso da apparenti insuccessi che si rivelavano, col passare del tempo, circostanze provvidenziali per l’avvento del Regno. Èemozionante trovarsi, a Corinto, sul luogo del tribunale dove Paolo fu citato perché colpevole di "convincere la gente ad adorare Dio in modo contrario alla legge" (At 18, 12-13), disavventura che gli ottenne in compenso una consolante apparizione del Signore: "Non avere paura! Continua a predicare, perché io sono con te" (At 18,9).

Acquistano maggior significato le sue lettere ai Corinti, nel contesto storico proposto dagli Atti degli Apostoli e nella rivisitazione dei luoghi.
Nasce il desiderio di completare l’itinerario paolino con la visita a Filippi e a Tessalonica: si ha la sensazione che S. Paolo ne esca, non solo come un testimone di Cristo anche per noi uomini del terzo millennio, ma come un compagno di missione, un collaboratore nelle nostre imprese apostoliche, solidale con noi, consigliere e intercessore: un San Paolo contemporaneo con cui dialogare.

Anche qui nomi e località ci sono familiari ogni domenica per il riferimento normativo che quelle comunità cristiane primitive rappresentano per la nostra vita ecclesiale di oggi.

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