Ennio APECITI
responsabile Servizio per le Cause dei santi

Don Carlo Gnocchi
Don Carlo Gnocchi

«Noi, accogliendo il desiderio del Nostro Fratello il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, […] con la Nostra Autorità Apostolica concediamo che il Venerabile Servo di Dio Carlo Gnocchi, sacerdote pieno di sollecitudine pastorale verso il mondo giovanile, il quale compì la propria missione soprattutto nell’attività degli oratori e in mezzo ai pericoli della guerra, profondendo le sue energie a favore dei bambini mutilati o affetti da poliomielite e di tanti innocenti vittime del dolore, d’ora in poi venga dichiarato Beato, e che ogni anno si possa celebrare la sua festa, il 25 di ottobre». Leggendo queste solenni parole della Lettera del Papa, da monsignor Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei santi e delegato di Benedetto XVI, domenica scorsa sulla Piazza del Duomo ha proclamato “beato” don Carlo Gnocchi.
Tradizionalmente un beato o un santo è ricordato nel giorno della sua morte o – come si dice per i santi – del suo “transito al cielo”. Don Carlo morì il 28 febbraio 1956: normalmente cade in Quaresima, quando il Rito ambrosiano non ammette alcuna memoria, che distragga dal raccoglimento severo di preparazione alla Pasqua. Per questo il Papa ha concesso che lo ricordassimo il 25 ottobre, giorno della sua nascita (1902), quando iniziò la sua avventura di santità.
Potrà così ripeterci ogni anno: «In un mondo come il nostro è necessario mettere olio d’amore sugli ingranaggi stridenti dei rapporti sociali. […] Col calore di poche anime generose devono incubare i germi della rinascita che dovranno essere seminati a larghe mani nel mondo. Come si vuole che l’umanità torni ad amarsi se gli uomini non sanno amarsi tra loro a due a due? Quanta gente si riempie la bocca con l’amore universale e poi non sa andare d’accordo con il vicino di casa e di lavoro!».

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