Al Pontefice dovrebbe essere intitolata l’area in cui è stata celebrata la Messa. Dai pellegrini una dimostrazione di tutela della natura, come sottolinea Piero Addis, direttore del Consorzio: «È la prova che si può convivere in un bene come il nostro in totale rispetto»
di Veronica TODARO
A Monza l’eco della visita di papa Francesco non si è ancora spenta. E se i numeri parlano di circa un milione di fedeli accorsi alla Messa col Santo Padre, c’è chi, dalla sera stessa, ha dovuto fare i conti con lo stato del Parco tra pulizia, smaltimento e sostenibilità. «La Messa col Pontefice è stata un’occasione unica per il Parco di Monza – sottolinea Piero Addis, direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza -. Questa illustre visita ha permesso di riflettere sull’importanza dell’ambiente che ci circonda; in una giornata dove regnavano protagonisti valori come la comprensione e il rispetto verso gli altri. I pellegrini hanno dimostrato di poter vivere in armonia con la natura, amando, rispettando e tutelando questa prezioso contesto storico artistico e la sua biodiversità».
Già verso le 18.20 di sabato 25 marzo, infatti, il Consorzio ha pubblicato sui propri canali social la foto del prato così come lo avevano lasciato i fedeli: pulito e in ordine. «Cito le parole dell’enciclica Laudato Si’ del Santo Padre – continua Addis -: “Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati”. La visita del Santo Padre ha dimostrato che è possibile convivere in un bene culturale come il nostro in totale rispetto, lasciandosi catturare dalla grande bellezza, sia naturale e paesaggistica, sia storico-artistica».
Nel Parco è prevista la risemina del manto erboso nella zona del palco, per restituire l’area alle condizioni originarie, secondo il modello esatto coi carpini tagliati a globo. C’è poi l’idea di rendere indelebile il ricordo del passaggio del Papa, intitolando a suo nome l’area dell’ex ippodromo, che diventerebbe così “Prato Francesco” o “Giardino Francesco”. Ora spetta alla Curia decidere. Di certo la memoria, al di là di una possibile intitolazione, rimarrà comunque: non si era mai vista prima così tanta gente al Parco.