Realizzato da tre giornalisti-cantanti
“Ciappter i leven”, alla milanese, oppure “Chapter 11”, come la legge che regola i fallimenti negli Usa? Per capirlo occorre andare alla redazione de Il Sole 24 Ore. Qui è nata forse la più singolare iniziativa musical cabarettistica dell’anno. Per mano di Mauro Meazza, caporedattore centrale del quotidiano economico, Marco lo Conte, esperto di previdenza e fondi pensione, e Stefano Elli, esperto di criminalità e patologie finanziarie. Si sono scoperti per caso non solo cantanti, ma anche autori.
Pop tributario, definisce il genere Meazza. Canzoni dedicate al mondo, solo in apparenza, grigio e poco autoironico dei commercialisti e delle dichiarazioni dei redditi: come l’Esperto e il Proboviro. Ma non solo. Testi in dialetto milanese, lingua oramai semisconosciuta, come il Balabiòtt (accento grave sulla “o”), il Tupamaro dell’amor o dedicate a fenomeni poco esplorati della psicopatologia sociale (Johnny Stalker).
Hanno cominciato solo da un anno e hanno già produzione sufficiente per due cd. «Scriviamo in pausa pranzo – dice Meazza – ed è un modo per non prenderci troppo sul serio». Di recente l’offerta ai colleghi del Sole di un dvd con una loro performance ha portato a una donazione al Fondo Famiglia-Lavoro, istituito dalla Diocesi per l’aiuto delle famiglie colpite dalla crisi.