Realizzata in otto cartelloni dai Settori per la Vita Sociale e per la Missione e la Carità, è gratuitamente a disposizione delle parrocchie per aiutare le comunità a sensibilizzarsi su valori spesso sollecitati dall’Arcivescovo e a farli propri nei comportamenti personali e collettivi

Il Settore per la Vita Sociale e il Settore per la Missione e la Carità dell’Arcidiocesi di Milano hanno preparato una mostra di 8 cartelloni sui temi della sobrietà, della solidarietà e dei nuovi stili di vita. Tre parole – sobrietà, solidarietà, stili di vita – riunite in un unico percorso. «Sono tre parole particolarmente care al cardinale Tettamanzi – spiega monsignor Eros Monti, vicario episcopale per la Vita sociale -: le ricorda spesso, sono diventate “punti fermi” del suo insegnamento. Sono come tra grandi “frecce” che indicano un cammino di vita, personale e comunitario».
Oltre che riunite, le tre parole sono anche strettamente collegate tra loro. «L’una non sta senza l’altra – conferma infatti monsignor Monti -. Solo chi è sobrio, cioè libero dall’ingombro di se stesso, essenziale nell’uso delle cose, del suo tempo, può vivere la solidarietà, creare in se stesso lo spazio per accogliere gli altri, per far crescere legami nuovi, per ascoltare le loro domande, per accorgersi dei loro bisogni. Ma tutto questo diventa vero soltanto quando giunge a cambiare i nostri stili di vita, quando cioè si traduce in uno sguardo nuovo sul mondo, in un vissuto che sa rinnovarsi di continuo, mite, rispettoso del creato, aperto a tutti».
Da ultimo, un’ulteriore sottolineatura: «Di queste tre parole abbiamo bisogno tutti. Forse pensiamo che sono emerse a causa della crisi. Invece ne avremo bisogno sempre: solo chi vive così non spreca i suoi talenti, perché ha imparato come farli fruttare. Secondo il Vangelo, a servizio degli altri».

Le modalità di realizzazione

Ma come realizzare in concreto questi obiettivi? Come tradurre queste parole così correlate in stili di vita, cioè in comportamenti nuovi che ciascuno è chiamato ad assumere personalmente? Lo descrive Valentina Soncini, presidente diocesana dell’Azione Cattolica: «La mostra fa intraprendere un itinerario attraverso un invito personale rivolto a un “tu”.
L’interlocutore è raggiunto da immagini e parole, due tipi di linguaggi adatti a ogni età. Ogni manifesto, infatti, offre due immagini provocatorie, vivaci, interroganti, completate da brevi messaggi scritti: quasi sempre un versetto tratto dal Vangelo o da testi magisteriali, qualche domanda che invita a interrogarsi. Questi testi ruotano attorno allo slogan centrale e ne chiariscono il significato».
Lo stile di sobrietà e solidarietà cui si tende è tradotto da un percorso ideale. Ancora Valentina Soncini: «Si parte da una constatazione lapidaria – “Non di solo pane” – che subito apre su un nuovo orizzonte. Ci si muove poi in una progressiva scoperta di sé come destinatario di doni, in una naturale relazione con altri uomini e donne, che da sempre sono già parte del proprio mondo. Questo perché è importante accorgersi degli altri, del mondo circostante, della gratuità dei doni ricevuti e della responsabilità di non disperderli. Dei beni che si hanno tra mani, infatti, non si è padroni, ma “amministratori” intelligenti, informati, capaci di scelte».
Obiettivo dell’intero percorso è “catturare” l’interlocutore dentro una prospettiva nuova. «Da qui, poi – conclude la presidente di Ac – ci si guarda e si guarda la realtà fino a decidersi per una vita diversa fin dai piccoli gesti. E dopo essere stati avvolti dalle immagini e dalle parole, la mostra si conclude sollecitando il suo spettatore – divenuto nel frattempo “protagonista” – a non rinchiudersi nell’orizzonte precedente, ma a dare inizio deciso a una vita nuova: “Fa’ la mossa giusta”».

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