Lunedì dell’Angelo – II giorno dell’ottava di Pasqua At 3,17-24, Sal 98; 1Cor 5,7-8; Lc 24,1-12 «Perché cercate tra i morti Colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”. Ed esse si ricordarono delle sue parole». (Lc 24, 5b-8) Il brano di Luca oggi si sovrappone a quello di Giovanni, nella liturgia ieri. Non solo Maria di Magdala, ma anche altre donne insieme a lei, all’alba del terzo giorno – non appena possibile senza violare il sabato – si apprestano a riservare al cadavere di Gesù le cure che l’orrore e la fretta del venerdì di dolore non hanno consentito. Tutte sono folgorate da presenze luminose che fanno cadere loro di mano gli aromi per la sepoltura. Non c’è nessun morto, in quel cimitero; c’è solo luce e conferma di una verità che le parole del Maestro avevano già annunciato: il dolore di una morte lacerante e la certezza di una risurrezione. Ma se è accettabile per ogni essere umano inserire la morte nel quadro delle proprie esperienze, la risurrezione no, la risurrezione sconvolge ogni schema logico. Credere nella vita che non muore è possibile solo con un atto di affidamento totale. Quello che le donne compiono ricordando le parole ascoltate in Galilea: non erano teorie, promesse, ipotesi. Sono verità, come ogni parola di Gesù. Le donne consegnano agli uomini la prima testimonianza dell’impensabile. E tocca agli uomini – poi – interrogarsi, sfidando la propria razionalità con un tuffo nella fede pura… . Preghiamo Venite e ascoltate le grandi cose che ha fatto il Signore. Ha risuscitato Gesù da morte perché la nostra fede fosse certa e la nostra speranza fosse in Dio, alleluia. (Allo spezzare del pane) [da La Parola di ogni giorno, Ragione della nostra libertà – Pasqua 2010, Centro Ambrosiano]

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