Cattedra di S. Pietro, apostolo  Ez 34,15-16.23-24; Sal 22; 1Pt 5,1-4; Mt 16,13-19 Dio stesso è il pastore del suo popolo. Egli se ne preoccupa personalmente. Non lo lascia abbandonato a sè stante. A rappresentare la sua opera pastorale promette un pastore: quello esemplare è Davide, ma oltre a questi ci è dato Colui che dice di sè: "Io sono il buon Pastore". (Ez 34) La liturgia di oggi è illuminata dal pensiero della paternità di Dio. Gesù stesso afferma che Pietro ha parlato per ispirazione del Padre, riconoscendo in lui il Messia, il Figlio di Dio: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli". È dal Padre che viene ogni cosa buona, e in particolare è dal Padre che viene la vita soprannaturale, il cui inizio e fondamento è la fede in Gesù. E anche Gesù è docile al Padre. Non sceglie di sua iniziativa il primo fra gli Apostoli, ma aspetta che il Padre manifesti la sua scelta e soltanto dopo, quando il riconoscimento di Pietro indica la scelta del Padre, dice a Simone, a Pietro: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa". C’è dunque un riconoscimento reciproco, basato sull’iniziativa del Padre. Simone riconosce in Gesù il Figlio di Dio, Gesù riconosce in Simone la pietra fondamentale della sua Chiesa. Anche nella sua bellissima lettera Pietro rivela la sua docilità all’ispirazione del Padre e la sua riconoscenza verso di lui. Nei primissimi versetti parla della prescienza del Padre: tutto si compie per iniziativa di Dio, che sceglie i suoi eletti "mediante la santificazione dello Spirito per obbedire a Gesù Cristo". E all’opera il Dio Trinitario. E subito dopo erompe in una acclamazione: "Sia benedetto Dio e Padre", per i benefici che già ci ha elargito e per quelli che ci ha preparati: "Sia benedetto Dio e Padre del Signore Gesù Cristo: nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati". Dio si è di nuovo manifestato Padre per noi; già ci aveva dato la vita, ora ci ha nuovamente generati, "mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti". Il Padre si è di nuovo rivelato tale donandoci una vita al di là della morte, una vita, dunque, eterna. Questa generosità che il Padre ci ha dimostrato nel passato è evidentemente promessa di una altrettanto grande generosità per il futuro. Infatti Pietro continua: "Ci ha rigenerati per una speranza viva". Realmente tutte le difficoltà, le contrarietà, le tribolazioni della vita, che spesso occupano tutto il nostro orizzonte soffocandoci, Pietro le vede come qualcosa quasi trascurabile, un breve momento di afflizione fra due manifestazioni indescrivibili della bontà e generosità divine. Tra il 18 e il 25 gennaio di ogni anno le Chiese cristiane di Milano promuovono iniziative di preghiera e dibattiti per tenere vivo il dialogo ecumenico. Lo stesso avviene in moltissime parrocchie della diocesi. Sono giorni, questi, in cui ci si incontra per pregare l’unico Signore, ciascuno con la propria storia e la propria tradizione, ma tutti insieme uniti nella gioia di una ritrovata fraternità e comunione. Il tema di quest’anno è: "Voi sarete testimoni di tutto ciò" (Lc 24,28) Tema di riflessione del giorno: "Testimoniare celebrando la vita" Preghiera dal Salmo Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

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