Triduo pasquale – Giovedi Santo: Cena del Signore Gen 1,1-3,5.10; 1Cor 11,20-34; Mt 26,17-75. Mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e disse:”Prendete e mangiate:questo è il mio corpo”. Poi prese il calice dicendo:”Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati.” (Mt.26,26-28) Gli ultimi giorni di Gesù iniziano con la cena pasquale coi discepoli, in cui inserisce l’istituzione dell’Eucaristia. Il rituale ebraico che ricordava l’uscita dall’Egitto, diventa così il memoriale del corpo dato e del sangue versato sul Calvario, alleanza perenne, segno supremo del suo amore per tutti noi. Tesoro che la Chiesa celebra, custodisce e adora. Questo momento conviviale, turbato dall’annuncio esplicito del traditore, è solo una parentesi. Si susseguono poi gli avvenimenti tragici dell’agonia nel Getsemani, la cattura, la condanna a morte e il rinnegamento di Pietro. Prove dolorosissime da schiantare anche un animo forte. Gesù ha trovato la forza nella preghiera prolungata e accorata al Padre. In Lui si rifugia, a Lui chiede aiuto e sostegno manifestandogli la sua angoscia e paura. E il Padre risponde donandogli la forza di accettare la Croce. Ricordiamocene nelle nostre difficoltà. Preghiamo Dio ascolta la mia preghiera, poiché i prepotenti insidiano la mia vita. Il Signore mi sostiene, da ogni angoscia mi hai liberato, di tutto cuore ti offrirò un sacrificio, loderò il tuo nome. dal Salmo 53(54)