At 10, 1-23a; Sal 86; Gv 6,60-69 «Molti dei discepoli del Signore Gesù, dopo aver ascoltato dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza?”». (Gv 6,60-61) L’incredulità non è più solo dei giudei. È penetrata nel cuore dei discepoli. E anche tra i Dodici. Di fronte alla Croce tutti facciamo resistenza. Che Gesù sia pane di vita solo se è pane spezzato, non è secondo quanto gli uomini immaginano del Messia. Alla potenza e alla schiacciante forza che sconfigge i nemici e tutto e tutti tiene in pugno, Gesù oppone il suo consegnarsi nelle mani degli uomini che lo uccideranno. E chiede ai suoi di fare altrettanto. Ci è chiesto di sostare con coraggio davanti allo scandalo della Croce per poter comprendere fino in fondo chi è Dio e chi siamo noi. Il primo passo per accogliere lo scandalo della Croce è misurare le nostre resistenze: non è la sua parola ad essere dura, è il nostro cuore ad indurirsi di fronte alla parola di Gesù. Riconoscerci “duri di cuore” è il primo passo del cammino di conversione. Credere che la vita vera non è quella trattenuta egoisticamente per la nostra realizzazione e il nostro successo, ma quella spesa per amore e a servizio dei fratelli, non è facile. Di più: ci è chiesto di credere che realizziamo noi stessi, proprio spezzando la nostra vita per amore. Siamo infatti immagine di un Dio che è relazione, condivisione, dono di sé. Preghiamo Fa’ che io ti lodi, Signore, dammi la forza di cantare. Le mie labbra risuonino di gioia quando canto per te, alleluia. (dal salmo 70) [da La Parola di ogni giorno, Ragione della nostra libertà – Pasqua 2010, Centro Ambrosiano]