Ap 19, 1.5-9; Sal 148; 1Gv 1, 5-2,2; Mt 25,1-13 «A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”». (Mt 25,6) Non siamo fatti per rimanere da soli: ma per tessere relazioni. Uscire dai noi stessi e incontrare l’altro, nella tenerezza e nell’amore, realizza il nostro desiderio di felicità, di completezza. La nostra vita è rispondere all’amore con l’amore, è attesa dello Sposo, di Dio, che giungerà nel cuore della notte, della nostra notte. Lo riconosceremo come l’Amato, se avremo imparato ad ascoltare la sua voce, a distinguere il rumore dei suoi passi, ad avvertire la sua presenza anche nei giorni dell’assenza. Ora ci è dato il tempo per fare provvista dell’olio che terrà accese le nostre fiaccole. Questo olio che fa luce è l’amore che Gesù ci dona e che ci fa guardare gli altri come fratelli. Fare provvista di questo amore è rispondere alla chiamata di un Dio così intensamente innamorato dell’uomo, da dare per lui la vita, e strapparlo dalla notte. Questo olio, questa nostra risposta d’amore, non è delegabile: ciascuno risponde con le proprie scelte. Se la nostra fiaccola rimarrà accesa, entreremo nel banchetto delle nozze, a far festa con lo Sposo. Preghiamo I giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore, perché solo il suo nome è sublime: la sua maestà sovrasta la terra e i cieli. Ha accresciuto la potenza del suo popolo. Egli è la lode per tutti i suoi fedeli, per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. (dal salmo 148) [da La Parola di ogni giorno, Ragione della nostra libertà – Pasqua 2010, Centro Ambrosiano]