At 9, 31-43; Sal 21; Gv 6,44-51 «Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». (Gv 6,51) Non possiamo vedere Dio. Arriviamo a Dio attraverso la conoscenza del Figlio dell’Uo mo, attraverso la vita e le parole di Gesù di Nazareth. Che Dio si riveli in un uomo concreto, scandalizza. È invece proprio l’umanità di Gesù a rivelare il vero volto di Dio: Dio sceglie di farsi carne, di comunicare la sua vita all’uomo. Non è l’uomo che deve raggiungere Dio, l’uomo è raggiunto da Dio. Per questo Gesù è il pane della vita. Mangiare la sua carne per diventare come lui, amando i fratelli secondo il suo amore smisurato – senza misura – è la nuova legge. L’ora decisiva è l’ora della Croce: corpo dato e sangue sparso per la vita del mondo. L’umanità di Gesù, data e offerta sulla croce, rende visibile il Dio invisibile. E davanti ad un Dio che si dona totalmente a noi, non c’è che stupore e gioia senza fine. Facciamo Eucaristia per rendere grazie di tanto amore, di tanta vicinanza. Facciamo Eucaristia per mangiare il suo corpo, per assimilarci a lui. Ci è dato un cibo che libera dalla morte e fa eterna la nostra vita. Un cibo che fa di noi dei fratelli, perché figli amati dell’unico Padre. Preghiamo Io vivrò per lui, Lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno. “Ecco l’opera del Signore”. (dal salmo 21) [da La Parola di ogni giorno, Ragione della nostra libertà – Pasqua 2010, Centro Ambrosiano]

Ti potrebbero interessare anche: