Gn 21,1-4.6-7; Sal 118(119),65-72; Pr 9,1-6.10; Mt 6,16-18 «La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne, ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. “Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato”. Conoscere il Santo è intelligenza». (Pr 9,1-2.5.10b) La sapienza ha preparato un banchetto e c’invita a mangiare il suo pane e vino. Dietro il simbolismo del cibo c’è l’invito a nutrirsi della sapienza stessa, ne trarremo giovamento come il corpo ne trae dal buon cibo. Sia il nostro cibo spirituale ricco di Parola di Dio, di sane letture, di meditazione, di preghiera e allora cresceremo in sapienza e grazia, nella conoscenza di Dio e dei suoi misteri. Pane e vino richiamano subito il cibo eucaristico che la sapienza del Padre ha offerto nell’ultima cena e che si perpetua nella Santa Messa. Gesù ci nutre di se stesso e ci comunica la sua vita divina, ci dà il pegno della vita eterna. Saziamoci di questo gran dono, gustiamolo in un silenzio adorante, amiamolo e facciamolo conoscere e amare. Preghiamo Dio fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre, ravviva in noi il desiderio di te, fonte inesauribile di ogni bene. (dalla Liturgia) [da: La Parola ogni giorno – NASCERE DA ACQUA E SPIRITO – Santità battesimale – Quaresima 2011 – Centro Ambrosiano]