S. Lorenzo, diacono e martire Gb 29,1-3.12-16; Sal 111; 2Cor 9,6-10; Gv 12,24-26 «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». (Gv 12) Seguire Gesù, in questo contesto, con l’esempio del “chicco di grano”, vuol dire perdere la vita per produrre più frutto. Dopo l’espressione “mi segua”, c’è una promessa: “dove sono io, là sarà…”. Gesù è il “chicco di grano” che muore e risorge per donare a tutti una vita nuova e la nuova casa del Cielo. Noi siamo chiamati a seguirlo per servirlo, per far nostro il suo piano di salvezza. Questi pochi versetti di Giovanni sono un programma di vita per ogni cristiano, sono una speranza. San Paolo, scrivendo ai Romani, si è espresso così: “se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze parteciperemo anche alla sua gloria”. Preghiamo col Salmo Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia. Egli non vacillerà in eterno: il giusto sarà sempre ricordato.

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