1Sam 1,1-11; Sal 115; Lc 10,8-12 Guarite i malati che vi si trovano e dite loro: “E’ vicino a voi il regno di Dio”. (Lc 10, 9) La buona notizia che Gesù affida ai settantadue, come già ai Dodici, non è una “buona teoria”, ma è parola che si fa carne: quale espressione più chiara di questa “materialità spirituale” che il guarire i malati? Si potrebbe forse meglio tradurre così il testo originale: prendetevi cura dei deboli, per intuire più profondamente il dinamismo del regno di Dio. Tutti conosciamo quali energie di attenzione, dedizione, pazienza, costanza, dono di sé comporta l’aver cura dei deboli, che possono essere i malati ma anche i piccoli e quanti in genere non sanno provvedere a se stessi. Prendersi cura è dire con le mani la stessa parola detta con la boc-ca: il regno di Dio si è fatto vicino a te, Dio si prende cura di te perché la tua vita è preziosa ai suoi occhi (Is 43,4). Anche per chi la respinge, questa notizia rimane buona: non si impone con la violenza, non autorizza né rancore né vendetta (Lc 9,55), avverte circa la sorte infelice che si sceglie rifiutandola perché chi al momento non le crede, possa in futuro ricredersi. Preghiamo Con l’uomo buono tu sei buono, con l’uomo integro tu sei integro, con l’uomo puro tu sei puro, con il perverso tu sei astuto. Perché tu salvi il popolo degli umili, ma abbassi gli occhi dei superbi. (dal Salmo 17) [La Parola ogni giorno – Comunione inseparabile con il Signore. Luogo del nostro riposo – Settimane dopo Pentecoste 2010 – Centro Ambrosiano]

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