At 5,26-42; Sal 33(34); Col 3,1-4; Lc 24,36b-49 «Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce… E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito santo». (At 5,30.32a) Coraggiosa risposta di Pietro e degli apostoli! Alle autorità religiose che proibiscono loro di insegnare nel nome, semplicemente ma fermamente dicono: «No!». Troppo luminoso è il nome per poterlo nascondere, troppo profondo il segno lasciato nella vita di questi uomini perché ne tacciano! Sta scritto: «La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo: ecco l’opera del Signore!» (Sal 117,22-23). Chi vorrebbe mettere a tacere la Parola di Dio e la predicazione del nome di Gesù si espone al fallimento perché si trova a combattere contro Dio (At 5,39). Chi porta su di sé questo nome e ne diviene testimone si espone a condividerne la vicenda pasquale, la passione e la liberazione, perché la testimonianza non è «un’opera di origine umana» (At 5,38), ma l’esito dell’«essere stati conquistati da Gesù Cristo» (Fil 3,12) e rivestiti del suo Spirito (Lc 24,49). Preghiamo Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto. Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia. (dal Salmo 33) [da: La Parola ogni giorno – LA NOSTRA LETTERA SIETE VOI – Santità ministeriale – Pasqua 2011 – Centro Ambrosiano]