Ne 9,1-15.36-10,1; Sal 76; Lc 13,10-17 Noi vogliamo sancire un patto e lo mettiamo per iscritto. (Ne 10) Dopo le vicende della sconfitta, della prigionia, della dominazione straniera, finalmene il popolo d’Israele si ritrova sulla propria terra e rilegge le vicende alla luce della legge del Signore, lungo il corso della storia a partire da Abramo. Così i figli d’Israele riconoscono le proprie colpe e quelle dei padri, decidono di fare penitenza per ottenere il perdono di Dio e firmano un documento, siglato dai capi, dai leviti e dai sacerdoti, con cui si impegnano nella fedeltà a Dio. Dopo le reiterate occasioni in cui il Signore conferma la propria alleanza col suo popolo, qui è il popolo che decide di essere fedele a Dio. Nel vangelo Gesù ci dice che il patto con Dio vale più di ogni altra norma umana, compreso il valore del sabato, e lui risana una donna malata da anni e le ridona la pienezza di vita, insegnando che la grazia di Dio non è condizionata da regole e tradizioni, ma va oltre ogni umana limitazione. Preghiamo col Salmo Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani: Un canto nella notte mi ritorna nel cuore: medito e il mio spirito si va interrogando. Può Dio aver dimenticato la pietà, aver chiuso nell’ira la sua misericordia?

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