S.Tommaso apostolo
Is 52,7-10; Sal 116; Ef 2,19-22; Gv 20,24-29 “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani….non essere incredulo ma credente!”. (GV 20,27) Sono ormai venti secoli, che Tommaso, pur celebrato sugli altari, viene additato come esempio negativo da non seguire. Non posso tacere, invece, una sconfinata invidia nei suoi confronti. Mi viene in mente il quadro del Caravaggio. Gesù afferra la mano del discepolo e lo introduce nel mistero, non gli si nega, lo guida, lo accetta. Cosa darei per essere rimproverato così! E Tommaso risponde a quel dono con un’espressione che nessuno aveva mai pronunciato prima di lui: ”Mio Signore e mio Dio!”. Tommaso tocca l’infinito e lo chiama col suo nome. E’ interamente autentico davanti al suo Signore, che gli si mostra completamente, senza filtri, senza mediazioni. Che invidia! Noi non dimentichiamoci, che è per vedere che crediamo, per essere con Lui. Preghiamo Quello che era dal principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi… la vita infatti si è resa visibile, noi l’abbiamo veduta… quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. (dalla prima lettera di Giovanni 1,1-3) [La Parola ogni giorno – Comunione inseparabile con il Signore. Luogo del nostro riposo – Settimane dopo Pentecoste 2010 – Centro Ambrosiano]