Ez 6, 1. 11-14; Sal 26 (27); Ag 2, 1-9; Mt 12, 33-37 «Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato». (Mt 12, 36-37) Le parole rivelano il cuore: è questo il senso del messaggio che l’evangelista Matteo oggi pone alla nostra riflessione e che ci porta a fare un serio esame di coscienza. Solo un cuore libero e retto può diventare dimora di saggezza e sapienza e orientarci quindi a distinguere le cose positive da quelle negative, il giusto dall’ingiusto e a farci trovare quindi un linguaggio che non sia infondato, cioè inutile, superficiale e negativo ma prudente, positivo e sapiente. Pensiamo alla nostra quotidianità, alle nostre giornate spesso piene di tante, troppe parole. Parole che sentiamo, che ascoltiamo, che pronunciamo nei tempi e negli spazi che scandiscono la nostra vita e che spesso ci condizionano, ci limitano e ci fanno perdere di vista ciò per cui è giusto spendersi e impegnarsi. Per essere giustificati e non condannati, diventa allora indispensabile ascoltare ogni giorno la Parola, confrontarsi con essa e fare ciò che ci suggerisce di fare. La parola autentica arriva a noi ricca di provocazioni concrete e ci dà l’orientamento giusto per avere lo stile del vangelo in tutti gli aspetti fondamentali della vita. Preghiamo Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sulla tua santa montagna? Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore, non sparge calunnie con la sua lingua, non fa danno al suo prossimo. (dal Sal 14)

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