Gs 5,2-12; Sal 112; Lc 9,23-27 Gesù diceva a tutti: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua». (Lc 9,23) Gesù si prepara al lungo viaggio verso Gerusalemme, luogo della sua passione, morte e risurrezione, e perchè nessuno pensi che le “istruzioni per il viaggio” riguardino solo i Dodici, si rivolge esplicitamente a tutti. Anzitutto si tratta di fare strada dietro di lui, non accanto, non davanti: dietro, per vedere bene e andare dove egli va, nel modo in cui ci va. Già questo comporta il rinnegamento di sè; ma chi è quel “se stesso” a cui bisogna dire no? E’ l’uomo dentro di noi che non vuole credere, commentava don G. Moioli; è il cristiano in noi che non vuole diventare credente, che non assume quel senso della vita che è dato dalla fede: prima ancora del dolore, il diventare credenti è la nostra prima croce. Questo chiede Gesù: rinunciare a salvarsi da sè, dire di no alle seduzioni del potere, dell’avere, dell’apparire, come lui ha fatto nel deserto all’inizio della sua missione pubblica e sulla croce al suo compimento, consegnare ogni giorno la vita nelle mani del Padre e da lui attenderla in dono. Preghiamo Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. (dal salmo 50) [La Parola ogni giorno – Comunione inseparabile con il Signore. Luogo del nostro riposo – Settimane dopo Pentecoste 2010 – Centro Ambrosiano]

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