San Villibrordo, monaco, vescovo

Nasce nel 658 nella Northumbria, e riceve la prima formazione nell’abbazia benedettina di Ripon, dove viene accolto come oblato. A venti anni, desideroso di perfezionare i suoi studi, con alcuni compagni si trasferisce in Irlanda, attratto anche dalla fama dell’abate Egberto, un maestro della vita spirituale dell’epoca. Dalle mani dello stesso Egberto riceve a trent’anni l’ordinazione sacerdotale ed è inviato con undici compagni ad evangelizzare la Frisia. Ottenuto a Roma il beneplacito del papa Sergio I, Villibrordo ritornò in Austrasia dove la missione aveva già cominciato a dare i primi frutti. Anversa fu la sua prima residenza e il centro iniziale del suo apostolato; e fu l’avamposto delle future fondazioni di cui la più celebre fu quella di Utrecht. Per l’erezione di una nuova diocesi in Frisia Villibrordo si recò di nuovo a Roma, dove il papa Sergio I il 21 novembre 695 lo consacrò vescovo col nome di Clemente. Instancabile fu la sua opera di evangelizzazione per compiere la quale percorse senza sosta la Frisia, le Fiandre, il Lussemburgo, la Zelanda e il Nord della Francia, continuando l’opera missionaria di sant’Amando. Dal 719 al 721 lo troviamo collaboratore anche dell’opera di san Bonifacio. Lo zelo per la diffusione del regno di Dio fu l’incentivo e la forza della sua movimentata esistenza. Nella sua residenza episcopale organizzò un clero attivo che viveva in modo comunitario, secondo la regola di san Benedetto, pur mantenendo alcune tradizioni irlandesi. Questo monaco, che i biografi descrivono piccolo di statura, nero di capelli, di delicata costituzione, con occhi profondi e vivi, fu insieme uomo di preghiera e di azione, dall’anima ardente e dall’intelligenza brillante, ciò che spiega l’influenza che ebbe anche sui principi e i re della sua epoca. Morì il 7 novembre del 739.

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