San Vito, martire (III secolo)
Non si hanno notizie storiche attendibili sulla sua vita. Secondo una passio leggendaria del VII secolo Vito sarebbe nato in Sicilia da padre pagano e ancora fanciullo sarebbe stato incarcerato perché cristiano. Dal Martirologio Geronimiano sappiamo che visse in Lucania, dove sarebbe nato, a Mazara del Vallo (Trapani) in una ricca famiglia. Rimasto orfano della madre, fu affidato ad una nutrice, Crescenzia e poi a un pedagogo, Modesto, entrambi cristiani, che lo allevarono e lo istruirono nella loro fede. Nel 303 scoppiò in tutto l’impero romano la persecuzione di Diocleziano, e Vito fu in tutti i modi inutilmente pressato perché abiurasse alla fede cristiana e sacrificasse agli idoli. Arrestato con la sua nutrice e il suo pedagogo, mentre insieme con loro percorreva il calvario del martirio, operò numerosi prodigi, guarendo anche il figlio di Diocleziano affetto da epilessia. Morì infine, sfinito dalle torture, il 15 giugno del 303, ancora adolescente. Popolarissimo nel Medioevo, Vito fu inserito nel numero dei 14 “Santi Ausiliatori”, la cui intercessione si riteneva particolarmente efficace in particolari malattie e necessità. Il suo culto si diffuse presto in tutta la cristianità; moltissime cittadine d’Europa vantano di possedere sue reliquie. A Praga gli è consacrata una splendida cappella. Nella città ritenuta suo luogo di nascita, Mazara del Vallo, san Vito è festeggiato ogni anno con una solenne e tipica processione. Il santo è anche patrono di Recanati e nella sola Italia ben 11 Comuni portano il suo nome. Per le sue doti taumaturgiche è invocato contro l’epilessia e la corèa, una malattia che per i movimenti incontrollati che provoca è detta anche “ballo di san Vito”.